“Donne e diritti violati: dal femminicidio alle discriminazioni sul lavoro” è il titolo del convegno che questa mattina è stato realizzato dall’Enas Ugl a Marina di Massa e che, conferma, l’impegno del patronato al fianco delle donne e a difesa dei loro diritti. Un impegno che affonda la sua forza in una campagna di sensibilizzazione (“Causa del decesso: lasciata sola”) intrapresa dal Presidente Stefano Cetica e dagli operatori del patronato presenti sul territorio nazionale con una concreta azione di assistenza diretta alle fasce più deboli

 

 

La violenza contro le donne è una drammatica violazione dei diritti umani fondamentali che nel nostro Paese ha assunto un carattere pervasivo e strtturale. Nei primi otto mesi del 2016 in Italia – secondo l’Eures, l’Istituto di ricerche economiche – ci sono stati 76 femminicidi. Il dato sale a 80 inglobando anche gli ultimi fatti di cronaca. Negli ultimi dieci anni le donne uccise nel nostro Paese sono state 1740: 1251 (il 71,9%) in famiglia, 846 di queste (il 67,6%) all’interno della coppia e 224 per mano di un ex.

E’ il conto tragico di un fenomeno che deve essere contrastato con un’efficace ed urgente strategia politica: non bastano le leggi, purtroppo, non basta nemmeno l’impegno profuso – anche tra tante difficoltà dalle forze dell’ordine. Non basta, come ha ricordato Stefano Cetica, Presidente dell’Enas Ugl e promotore della campagna di sensibilizzazione “Causa del decesso: lasciata sola” – aver ratificato, seppur con ritardo, la Convenzione di Istanbul nel 2013. La Convenzione è sicuramente il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza. Ma tutto ciò non basta: serve – precisa Cetica – una nuova formazione culturale a partire dalle scuole. Bisogna educare i futuri uomini e donne del nostro Paese al rispetto e alla dignità. Serve sinergia tra forze politiche e sociali, collaborazione e unione di intenti proprio per sradicare un male così profondo”.

“L’impegno a recuperare il tempo perduto annunciato dal ministro Boschi e’ importante e positivo sotto il profilo politico ma dal punto di vista pratico e concreto ci attendiamo uno stanziamento in bilancio adeguato al drammatico avanzamento dei fatti”. Lo ha affermato durante il suo intervento Renata Polverini, Vice Presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati (FI).

“L’indugio con il quale il presidente Renzi ha assegnato la delega sulle Pari Opportunita’ ha prodotto un vuoto pericoloso nel quale ha potuto espandersi, tra l’altro, il dramma del femminicidio. L’incarico arrivato dopo ben due anni di ingiustificabile ritardo e’ senz’altro una delle cause della mancata erogazione dei fondi necessari all’attivita’ dei centri antiviolenza, che in alcune realta’ come Roma e il Lazio sono stati ridotti a una sostanziale paralisi, anche a causa delle dissennate politiche di bilancio dell’amministrazione Capitolina”, conclude.

“Il nostro impegno come sindacato in questa battaglia è essenziale” ha spiegato alla platea Ezio Favetta, segretario confederale dell’Ugl “tutelare il diritto alla vita, combattere le discriminazione nei luoghi di lavoro, per noi sindacalisti deve essere una priorità. Insieme all’ENAS e grazie anche al Presidente Stefano Cetica e all’on. Renata Polverini, da sempre attenta a queste iniziative, abbiamo intrapreso un percorso importante: aiutare ed ascoltare chi ha bisogno”.

Presente al dibattito anche l’on. Martina Nardi (Pd). “La violenza – precisa – è un fattore culturale che, tutti noi, abbiamo il dovere di recidere, al di là dell’orientamento politico che ci caratterizza. Insieme alle associazioni dobbiamo abbattere quel male che sta divorando la nostra società, credo che tutti insieme questa battaglia possiamo vincerla”.

A portare un saluto alla folta platea anche il Vice Questore di Massa Carrara che ha focalizzato l’attenzione sulla rete di collaborazione che deve essere realizzata sul territorio tra associazioni e forze dell’ordine affinché le donne abbiano il coraggio di denunciare e di essere aiutate. Un plauso, il vice Questore lo fa proprio all’Enas Ugl che, attraverso la sua campagna di sensibilizzazione scuote gli animi dei cittadini e li sensibilizza su un tema assai complesso e delicato,

Sulla stessa linea anche l’assessore Gianmarco Simi del Comune di Villa Franca: “A volte si ha anche paura di aiutare ed è per questo che il supporto dei sindacati e delle associazioni in questi contesti è fondamentale”.

La parola passa poi a Daniele Pepe, responsabile dell’ENAS Ugl di Massa, che ha annunciato: “Come patronato abbiamo deciso – grazie anche al supporto del Presidente Stefano Cetica, da sempre attento a queste tematiche – di aprire uno sportello qui in sede, per il quale saranno presenti volontari pronti ad ascoltare ed aiutare le persone in difficoltà e, soprattutto quelle donne (e purtroppo i numeri parlano chiaro) che non hanno il coraggio di denunciare il proprio aguzzino restando così intrappolate in una macchina della morte, fatta di umiliazioni iniziali e di violenza silenziose, ripetute e mortali.

Per l’avvocato Giuseppe Rizieri Brondi “Ma le leggi non bastano. Ci vuole la cultura del rispetto, del rispetto dell’altro da se sapendo che non c’è un unico genere universale maschile. Ci sono due generi diversi maschile e femminile e nessuno può sopraffare l’altro imporgli la propria visione del mondo, nemmeno imporgli l’amore. Mai come in questo momento è necessaria la stretta sinergia tra istituzioni e associazioni e scuole soprattutto per formare gli esseri umani e conoscere fino infondo il termine di amore e rispetto che non ha nulla a che vedere con violenza e possessione”.

Intensi gli interventi di Patrizia D’Asburgo, giornalista, e di Angela Maria Fruzzetti, scrittrice che, da donne e professioniste, sostengono con forza l’iniziativa del patronato e l’impegno di tanti volontari a sostegno delle fasce deboli e di tutte quelle donne che hanno paura di denunciare.

Da Massa si intensifica e rafforza quella voglia di lavorare e collaborare affinché nessuna donna resti sola in una battaglia così difficile per la difesa della propria vita.