L’impatto della diffusione delle tecnologie, degli andamenti demografici e della migrazioni sul futuro del lavoro. Questi i temi che l’Oil (Organizzazione Internazionale del Lavoro) ha posto al centro del dibattito “Il lavoro nel futuro”, realizzato mercoledì a Roma presso la Camera dei Deputati.

Ermenegildo Rossi, segretario confederale Ugl

Ermenegildo Rossi, segretario confederale Ugl

Per l’Unione Generale del Lavoro, era presente Ermenegildo Rossi, segretario confederale dell’Ugl, il quale ha rilasciato a La Metasociale un’intervista focalizzando l’attenzione su alcuni dei temi sviluppati durante l’interessante dibattito.

Segretario, partiamo da uno dei temi affrontati durante l’incontro con i vertici dell’Oil: l’immigrazione

 Su questo tema, l’Italia come l’Europa, vivono ancora momenti di profonda incertezza: servono norme, risorse ed investimenti concreti per rispondere al cospicuo flusso di immigrati che, quotidianamente, raggiunge i nostri territori. Accoglienza ed integrazione sono due valori essenziali quanto il rispetto della dignità umana”.

 Insomma, c’è una soluzione?

 “Sì, un primo passo sarebbe l’istituzione di una cabina di regia per colmare la mancanza di coordinamento istituzionale in materia, perché la tutela dei diritti degli immigrati è prioritaria, anche per contrastare ogni forma di sfruttamento, dal Caporalato al sommerso passando per i gap salariali.

Al tema dell’immigrazione si unisce, purtroppo, quello del lavoro sommerso. Un vero e proprio colpo inferto al cuore di quell’economia sana già scossa e paralizzata dalla crisi depressiva del momento. Il caporalato – fenomeno che non coinvolge solo il Mezzogiorno di Italia e non è circoscritto solo ai lavoratori stranieri – è uno degli esempi lampanti di sommerso e di illegale. Una piaga contro la quale il nostro sindacato lotta con forza, unitamente all’impegno profuso dall’on. Renata Polverini”.

 Durante il suo intervento non ha solo parlato di immigrazione ma anche di migrazione, ovvero della fuga dei cervelli dal nostro Paese.

“Sono quasi 5milioni i nostri connazionali (secondo il rapporto Migrantes) cercano stabilità oltre confine. Solo nell’ultimo anno sono 110mila gli italiani in fuga da un Belpaese. Questo perché l’Italia non offre opportunità ai nostri giovani. L’Italia non offre futuro. Ecco bisognerebbe sì accogliere ma anche tenere strette quelle risorse umane capaci di poter contribuire alla crescita economica del nostro Paese”.

Il lavoro, l’anello debole del sistema…

Per affrontare il futuro del mondo del lavoro sia a livello globale e sia a livello nazionale occorrono dialogo, fiducia e apertura, come indicato dal direttore Generale dell’Oil, Guy Ryder, ma anche attraverso un ‘patto’ tra i lavoratori, le aziende e le istituzioni per l’attuazione dell’art. 46 della Costituzione, sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese”.

I dati ufficializzati sempre durante l’incontro di oggi sono davvero sconcertanti: nel 2030 avremo bisogno di 600 milioni di posti di lavoro a livello globale, mentre oggi i disoccupati sono circa 200 milioni con un incremento di 30 milioni in più dal 2008..

“Oltretutto in Italia, negli ultimi anni, la produzione industriale ha segnato un – 22% pari a 750.000 posti di lavoro persi e un decremento di 9 punti percentuali sul Pil. Ecco perché riteniamo che l’innovazione tecnologica nei processi produttivi può essere un’opportunità a patto che le imprese non massimizzino i benefici immediati, senza poi un adeguamento professionale del personale con un costante aggiornamento delle procedure. Di innovazione si deve parlare anche nel Pubblico impiego, dove la formazione e la riqualificazione del personale sono elementi fondamentali al fine di un rapporto con il sistema produttivo e i cittadini, anche per questo occorrono adeguate risorse economiche”.

Al tema del lavoro e della formazione si affianca quello della sicurezza.

“Le leggi ci sono, il problema è che non vengono applicate. Da sempre chiediamo maggiori controlli e regole più severe a riguardo, perché lavoro e vita sono due diritti imprescindibili che vanno tutelati sempre. Secondo i dati dell’Inail sarebbero “poco meno di 637 mila le denunce di infortuni accaduti nel 2015 rispetto all’anno precedente, la maggior parte avvengono in itinere (tragitto lavoro –casa)”. In un Paese civile non si può continuare, in maniera colpevole, a sottovalutare questo fenomeno. Dietro ad ognuno di tali incidenti, si nasconde il comportamento di chi per il proprio utile è capace di rischiare la vita altrui. Sulla sicurezza  nei luoghi di lavoro il Governo ha il dovere di investire di più e di riscrivere regole più rigide a tutela dei lavoratori.

All’incontro promosso dall’Oil erano presenti : Giuliano Poletti, Ministro del lavoro e delle politiche sociali; Guy Ryder, Direttore Generale dell’OIL; Susanna Camusso, Segretario Generale CGIL; Luigi Petteni, Segretario Confederale CISL, Carmelo Barbagallo, Segretario Generale UIL; Maurizio Stirpe, Vicepresidente Confindustria; Mauro Lusetti, Co-presidente Alleanza Cooperative Italiane; Daniele Vaccarino, Presidente Rete Imprese Italia; Tito Boeri, Presidente INPS; Massimo De Felice, Commissario INAIL; Giorgio Alleva, Presidente ISTAT, Eugenio Gaiotti, Capo Dipartimento Economia e Statistica Banca d’Italia. Ha moderato il dibattito l’On. Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.

Presente anche l’on. Renata Polverini, Vice Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati (FI).