L’Ugl guarda con preoccupazione all’atto di governo sulla disciplina della dirigenza della Repubblica, perché non dà una prospettiva vera né ai dipendenti pubblici né ai dirigenti, spesso visti come un coacervo di fannulloni e di corruzione”.

È la sintesi del documento consegnato oggi dalla delegazione dell’Ugl guidata dal segretario confederale, Augusto Ghinelli, e dal segretario nazionale dell’Ugl Autonomie, Michela Toussan, durante l’audizione presso la commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati.

Per l’Ugl “occorrono risorse per rilanciare e rafforzare la Pubblica amministrazione,  invece anche in questo Atto si prevedono, in molti casi, dei risparmi che non verranno reinvestiti ne’ in formazione ne’, tanto meno, in strumenti. La trasformazione della Scuola nazionale dell’amministrazione in Agenzia, ad esempio, non è di per sé garanzia del potenziamento dell’attività formativa di quella che dovrà rappresentare la struttura dirigenziale della nostra pubblica amministrazione. In questo Atto il governo appare impegnato più a preoccuparsi di aspetti meramente burocratici che non di aprire alla collaborazione delle migliori professionalità del Paese. Tant’e’ vero che con la proroga dell’incarico dirigenziale non superiore a quattro anni, prorogabili per altri due, si impone ad un’amministrazione di privarsi di un valido dirigente, sul quale magari ha investito molto in termini di risorse”.

“Il sistema che viene a tratteggiarsi con questo provvedimento non garantisce l’impermeabilità della pubblica amministrazione dalla politica. Infatti molte delle posizioni di maggiore responsabilità e di diretta collaborazione sono fuori dalle normali procedure concorsuali e la scelta del dirigente cui affidare l’incarico sarà guidata – soprattutto in ambito territoriale – da motivazioni non strettamente legate alla professionalità o al curriculum vitae, ma che investono fattori diversi, compresa la più o meno velata appartenenza politica. In tal senso non aiuta di certo l’affidamento della gestione dei Ruoli unici al Dipartimento della Funzione pubblica presso la Presidenza del consiglio dei ministri; sarebbe stato utile affidare la gestione del tutto ad una Autorita’ indipendente”.

L’Ugl rivendica la centralità della Pubblica amministrazione nella vita del Paese, in linea con quanto affermato agli articoli 97 e 98 della Costituzione, laddove si pone la giusta enfasi sui concetti di buon andamento ed imparzialità dell’amministrazione e si afferma il principio che i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione”.