“Un Paese circondato dai muri imprigiona se stesso”.  Il messaggio di Barack Obama, in apertura del suo ultimo intervento all’Assemblea generale dell’Onu, tende la mano agli altri popoli affinché il percorso della sana accoglienza ed integrazione non resti solo su carta.

Obama all’Onu punta dritto al tema delle crisi internazionali ma soprattutto alle sue vittime, migliaia e migliaia di profughi che cercano asilo in un altrove benevole. Nel guardare ai milioni di persone costrette da violenze, guerre, catastrofi ambientali a lasciare le proprio case, si deve “pensare a quello che faremmo se succedesse a noi, a nostri figli”. E qui il presidente uscente annuncia un accordo concluso, che peserà anche in Europa: “Le oltre cinquanta nazioni che partecipano al summit sui rifugiati il prossimo anno raddoppieranno l’accoglienza dei profughi, arrivando ad aprire le porte a 360 mila persone”.

Luciano Lagamba, Presidente Sei Ugl

Luciano Lagamba, responsabile Ufficio Politiche Migratorie della Confederazione Ugl

Poi precisa “Dobbiamo ammettere che i rifugiati sono sintomo di un più ampio fallimento, di tensioni e persecuzioni. Ma come Stati Uniti siamo determinati a fare la nostra parte, aumentando il numero dei profughi reinsediati a 85 mila quest’anno, e 110 mila per il 2017. E ho organizzato questo vertice perchè tutti dobbiamo fare di più”. I Paesi organizzatori del summit hanno anche annunciato “un aumento di tre miliardi di dollari dei finanziamenti umanitari per il prossimo anno, oltre ad impegni per mantenere i finanziamenti negli anni successivi. Aiutare chi ha bisogno ci rende più sicuri”.
Luciano Lagamba, Responsabile Ufficio Politiche Migratorie della Confederazione Ugl, riflette sull’importanza del discorso di Obama e sulla necessità di disintegrare quel muro di ostilità che continua ad isolare le popolazioni soffocate dalla sofferenza. “Bisogna fare di più sul tema della cooperazione e dell’accoglienza – ha precisato Lagamba – il monito lanciato dal Presidente Obama deve essere un faro per tutti noi e per un’Europa ancora fragile sul tema dell’immigrazione. Globalizzazione e capitalismo  hanno portato vantaggi in molti paesi, ma un mondo in cui l’1% dell’umanità controlla una ricchezza pari al 99% non è uguaglianza.  Le economie funzionano meglio se si riduce il gap tra i salari, tra ricchi e poveri. L’obiettivo non è punire i ricchi ma rendere più equa la società e prevenire nuove crisi. Destinare e distribuire in modo equo risorse utili a rispondere anche al dramma degli immigrati, dei minori non accompagnati e di tutti coloro che, al nostro pari, hanno diritto al riscatto e ad una vita dignitosa. Puntare, quindi, alla cooperazione con i paesi del Nord Africa per offrire concrete garanzie alla vita dei tanti, troppi, rifugiati e migranti. E’ doveroso dare a questi popoli la possibilità di un riscatto morale, formativo e, sopratutto occupazionale offrendo loro la possibilità di scegliere in quale paese vivere e, quindi, integrarsi. Per fare questo è necessario creare delle strutture atte a tutelare e a guidare queste persone verso la scelta più consona per il loro futuro.  C’è ancora tanta strada da percorrere qui in Europa sul tema dell’accoglienza e del sostegno ai rifugiati ma – conclude Lagamba – è nostro dovere rispondere a questo disagio, altrimenti incasseremo un’altra amara sconfitta sul piano morale ed umano”.