Il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, lo scorso 8 settembre ha emanato una direttiva sulle politiche del personale dell’amministrazione della giustizia nella quale preannuncia di che il ministero provvederà ad individuare “adeguate risorse umane per il funzionamento degli uffici giudiziari e per il supporto alle innovazioni organizzative e tecnologiche necessarie alla modernizzazione dei servizi della giustizia” sulla base della legge 161/2016, che ha autorizzato nuove assunzioni, e delle precedenti normative sulla mobilità e sulla ricollocazione del personale pubblico. Oltre all’introduzione di nuovo personale, si preannunciano impegni in merito alla formazione e riqualificazione del personale, alla rimodulazione dei profili professionali, alla razionalizzazione delle piante organiche, alla informatizzazione dei processi di reclutamento e formazione.

A questa direttiva ha risposto il Coordinamento Giustizia della UGL, ed in particolare il Coordinatore Nazionale Paola Saraceni, che ha voluto porre all’attenzione del Ministro la gravissima situazione in cui versano i lavoratori degli uffici giudiziari di tutta Italia, chiedendo di intervenire con la massima sollecitudine ed autorevolezza al fine di salvaguardare e garantire il funzionamento della stessa giustizia.

All’interno degli uffici giudiziari italiani sussistono non meno di 10mila vacanze di organico, che hanno determinato negli anni ritardi spaventosi nello smaltimento delle pratiche, al punto che il tempo medio per la conclusione di un procedimento civile in Italia è di quasi 8 anni (2866 giorni), a fronte di una media dei Paesi Ocse di poco più di 2 anni (788 giorni); per la riscossione di un credito commerciale, in Italia occorrono in media 1120 giorni (circa 3 anni) contro i 395 della Francia, i 429 della Germania ed i 437 del Regno Unito.

Queste cifre, che pongono il nostro Paese agli ultimi posti in Europa, danno una misura reale dell’inefficienza della giustizia italiana e del danno enorme che si ripercuote su tutti i cittadini, utenti della stessa, e sui suoi lavoratori, costretti ad operare in condizioni di emergenza cronica.

E’ necessario e non più rinviabile, quindi, un intervento che vada ad incidere profondamente sull’intera organizzazione, attraverso l’adozione di misure radicali ed immediate. L’UGL considera prioritario: adottare un nuovo ordinamento professionale di tutto il personale giudiziario, che ricomprenda nuovi profili professionali adeguati alle mutate esigenze, attraverso un provvedimento legislativo ad hoc; pubblicare nuovi bandi volti all’assunzione delle migliaia di professionalità necessarie per colmare l’attuale enorme carenza di organico; avviare percorsi di formazione mirati da destinare al personale di provenienza esterna, attualmente impiegato presso molti uffici, al fine di dotare questi lavoratori degli strumenti indispensabili a svolgere funzioni estremamente delicate ed anche per alleggerire le già insostenibili incombenze del personale interno, oggi costretto a dover affiancare i nuovi arrivati.

Da questi punti bisogna partire con decisione ed immediatezza, per restituire alla Giustizia italiana la sua funzione primaria di servizio a disposizione dei cittadini, ed ai suoi lavoratori la dignità e l’orgoglio di amministrarla.