L’iniziativa assunta da Beatrice Lorenzin di promuovere la celebrazione di un fertlity day, con tutto ciò che ne sta conseguendo in termini mediatici, ha scatenato una infinita serie di polemiche.
A nostro avviso, un paese che , da anni, sta conoscendo un incremento demografico pari a zero, o peggio di segno negativo, nella sua classe intellettuale dovrebbe salutare con sollievo il fatto che un Ministro della repubblica almeno sollevi il problema e prenda una qualche iniziativa che, in astratto possa invertire, o quanto meno limitare quello che , paradossalmente, potrebbe diventare un elemento concorrente ad una sorta di apocalisse dei nostri giorni.
Ci pare utile osservare che, se dovessero avere la meglio tutti quelli che, ( e sono sempre gli stessi), sulla base di un edonismo straccione e di uno spirito, ormai medianico, di adorazione del feticcio dei diritti individuali ( diritto all’aborto, diritto alla contraccezione, diritto all’eutanasia, diritto alla famiglia omosessuale e quindi incapace di procreare, e così via depauperando) in un futuro certamente lontano si potrebbe probabilmente assistere al fallimento dell’esperimento umano; appunto l’apocalisse.
Ci rendiamo conto che il problema è serio e meriterebbe una ben più ampia trattazione.
Purtuttavia ci piace ricordare e osservare che nel misero dibattito odierno è intervenuto con tutta la forza del suo pensiero quel personaggio, ormai misterioso nella sua configurazione mediatica che risponde al nome di Roberto Saviano.
Il suo commento stato come al solito lapidario:” chi non ha lavoro come fa a fare figli?” Probabilmente lui glielo vieterebbe per legge o, magari biologicamente sterilizzando tutti i disoccupati.. Al di là però di tali scempiaggini, rimane un profondo interrogativo: il maitre à penser Roberto Saviano da dove viene e soprattutto dove vuole andare?
Egli dispensa i suoi pareri e i suoi scritti (meno) su tutto: dalla camorra al terrorismo, dalle riforme costituzionale alle leggi sul lavoro spingendosi, appunto, ad affrontare importanti questioni di bioetica.. Certo, non essendo precisamente Leonardo Da Vinci vola quasi sempre rasoterra; eppure parla, dice, congettura, ammonisce, condanna e spiega. Quale sia il suo fine ultimo resta un mistero.
Certamente, per lui, più che per altri, vale una celebre frase ricordata da Giulio Andreotti nel corso di una sua partecipazione ad un talk show televisivo: “ in democrazia tutti possono parlare, ma non sono obbligati”.
Daniele Milani