Pubblichiamo una email inviata da Stefano Cetica, un anno e mezzo fa, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. L’ex assessore al bilancio della Regione Lazio racconta l’esperienza e le proposte della Governatrice Polverini per cambiare il volto dei plessi scolastici laziali situati in zone sismiche, attraverso una operazione semplice ed efficace che, all’epoca, era stata illustrata al Presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Bassanini. Questa proposta è stata “consegnata” anche al giornalista del Corriere della Sera, Falci, che, però, ha preferito non pubblicarla.. Lo facciamo noi per dimostrare che è possibile fare qualcosa rapidamente per mettere in sicurezza i nostri alunni.
Egregio Presidente, immagino che questa email non riuscirà mai a leggerla e dunque, come un naufrago che si affida al messaggio nella bottiglia, conto sulla misteriosa legge del “caso”…
Avendo fatto,ormai diversi anni fa, il Sindaco, so come Lei che l’unico assillo vero per un primo cittadino é quello dello stato, spesso fatiscente, dei plessi scolastici dove non di rado persino i nostri figli o nipoti si trovano a disagio.
La carenza di fondi, la vetustà degli edifici, l’impaccio di una burocrazia mai davvero all’altezza della situazione costituiscono un ostacolo quasi insormontabile alla soluzione del problema.
Come assessore al bilancio della Regione Lazio mi sono trovato a dover fronteggiare una situazione inaspettata: avevamo fatto un bando per la ristrutturazione degli edifici scolastici di proprietà dei Comuni per 35 milioni di euro ma ci trovammo di fronte a richieste per quasi 500 milioni di cui oltre la metà per adeguare i plessi al rischio sismico.
Non potevamo certo “scegliere” a chi dare il contributo rischiando di lasciare fuori qualche scuola mentre, al tempo stesso, adeguare un edificio al rischio sismico avrebbe comportato tempi lunghissimi (come insegna il recente caso della scuola di Ostuni i cui inutili lavori di ristrutturazione sono durati quattro anni…!) oltre alla necessità di sistemare gli alunni in qualche altra struttura, magari “temporanea”…
Decidemmo, allora, di fare un’operazione semplice: chiedere alla Cassa Depositi e Prestiti di costituire un Fondo nel quale i Comuni potessero conferire – previa cambio di destinazione d’uso – i plessi di loro proprietà, affinché fossero valorizzati e venduti.
Come Lei ben sa, questi edifici – soprattutto i più vecchi – sono situati nei centri storici e, messi sul mercato, hanno un indubbio valore e soprattutto interessano il mercato.
I Comuni – in sei/dodici mesi – avrebbero avuto la possibilità, individuata un’area di proprietà che sicuramente non manca a nessun Ente locale, di procedere con il project financing alla costruzione di nuovi e più efficienti plessi scolastici, probabilmente meglio collocati rispetto alle murate esigenze delle popolazioni.
Oltretutto questo sistema avrebbe risolto i problemi, altrettanto seri e spesso insormontabili per i Sindaci, di manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole che, col project, è a carico delle imprese costruttrici almeno per vent’anni.
Facemmo vedere alla CDP esempi concreti di scuole edificate in sei mesi in alcuni Comuni del Lazio e non solo.
Spiegammo a Bassanini – era il 2012 – che i Sindaci avrebbero, si, potuto procede autonomamente alla vendita del patrimonio immobiliare di loro proprietà oppure usare il sistema della cosiddetta “edilizia contrattata”, ma il rischio (diciamo così …) di un intervento della Magistratura sarebbe stato assai concreto mentre, con la CDP, la trasparenza dell’operazione era assicurata come la massimizzazione del profitto.
Nel giro di un paio di anni avremmo cambiato il volto delle scuole del Lazio e risposto efficacemente alla sacrosanta domanda di sicurezza dei cittadini.
La Presidente della Regione, Renata Polverini, dovette prendere atto, però, che l’interesse per il progetto dimostrato da Bassanini era direttamente proporzionale allo scetticismo di un management convinto ormai di far parte di una Merchant Bank anziché di un Ente con finalità “anche” di pubblico interesse.
Insomma, non se ne fece nulla.
Veda Lei se questo progetto può essere ripreso per risolvere, senza fondi pubblici e con tempi rapidissimi, un problema che ormai ha il carattere dell’emergenza nazionale.
Buon lavoro

Stefano Cetica
Ex Assessore al Bilancio Regione Lazio