Vania Vannucchi e Rosaria Lentini hanno perso la vita per mano di un uomo. Nel giro di 24 ore sono state uccise per gelosia, per rabbia o qualsiasi impulso che, però, non si accomuna ad un sentimento importante e profondo come l’amore.

Sono oltre sessanta i femminicidi registrati in Italia dall’inizio dell’anno. Una tragica quotidianità scandisce i giorni di questo 2016. E non bastano le denunce, servono azioni di contrasto concrete in risposta a questo fenomeno. Mancano risorse destinate ai centri antiviolenza e a tutte quelle realtà che offrono ‘amore’ ed assistenza reale a quelle donne che fuggono dalla violenza e dagli abusi. Servono, soprattutto, pene più severe e, sopratutto, immediate destinate a chi commette tali cruente azioni. Nessuno sconto di pena a chi perseguita ed uccide una donna. Tempi più rapidi per i processi. Chi distrugge una vita va punito.

Lo stesso presidente del Senato, Pietro Grasso, in riferimento ai due femminicidi sopra menzionati avvenuti a Lucca e Caserta, ha dichiarato: «Da uomo fatico a spiegarmi cosa possa spingere ad usare una tale brutalità, a covare così tanto odio nascondendosi dietro presunti sentimenti quali l’amore, il dolore per una storia che finisce, la disperazione. Niente di tutto questo: spero che non usino più, raccontando queste storie, termini ambigui e giustificatori come raptus, gelosia, disagio, rifiuto. Sono solo squallidi criminali e schifosi assassini».

Per questo motivo il patronato dell’Enas Ugl è sceso in campo. Dal 30 luglio scorso con l’iniziativa “Causa del decesso: lasciata sola” il patronato, in stretta sinergia con l’Ugl, ha realizzato, in tutta Italia, una concreta campagna di sensibilizzazione contro il femminidicio. L’iniziativa è rafforzata dall’assistenza dei volontari del patronato che domani, sabato 6 agosto, saranno nuovamente presenti in cento piazze d’Italia per offrire assistenza e, soprattutto, ascoltare le donne e tutti coloro ne avessero la necessità.

A seguire con grande sensibilità ed attenzione la mobilitazione è l’on. Renata Polverini, Vice Presidente alla Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati e responsabile dipartimento nazionale politiche del lavoro e sindacali di Forza Italia.

Per la deputata “questa battaglia culturale può essere vinta solo se si parte da una campagna di prevenzione che muova i primi passi nelle scuole per formare uomini del domani e rafforzare quei valori annullati dalla violenza e cattiveria del momento. Bisogna sostenere le donne che trovano il coraggio di denunciare e saperle ascoltare. E qui entra in gioco l’importanza dei centri antiviolenza e di quelle associazioni, come il Patronato Enas che anche oggi insieme alla Federazione Trasporto Aereo dell’Ugl è presente a Fiumicino con un gazebo informatico presso il quale ho ritenuto di portare il mio sostegno”.

“Purtroppo – precisa Polverini –  oggi l’assenza di risorse sta mettendo a rischio l’attività, in particolare dei centri antiviolenza, che rappresentano invece un punto di riferimento concreto per le troppe donne in difficoltà. Un ruolo decisivo dovrebbe averlo anche la giustizia: il quadro normativo italiano, benché all’avanguardia, dovrebbe accelerare i tempi del processo e agire nei confronti di chi compie femminicidi introducendo anche l’aggravante per l’omicidio di genere. Proprio in difesa di tutti questi valori, sostengo con forza la campagna del patronato Enas- Ugl ‘Causa del decesso lasciata sola’ che riprenderà sabato 6 agosto in 100 piazze italiane. Serve una nuova stagione di impegno e strumenti adeguati per prevenire, sostenere e non lasciare #maipiusola la donna.”