L’aula della Camera ha approvato il disegno di legge delega sulla povertà. Il provvedimento, che passa ora al Senato, prevede l’introduzione di una misura, chiamata “reddito di inclusione” destinata alle famiglie e agli individui in situazione di grave difficoltà economica. Il provvedimento è passato a Montecitorio – spinto da un forte vento polemico –  con i 221 sì della maggioranza, i 22 no di Sinistra italiana e i 63 astenuti tra i quali Forza Italia.

Per l’On. Renata Polverini, Vice Presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati di Forza Italia, restano molti i punti d’ombra di questo provvedimento.

On. Renata Polverini

On. Renata Polverini

On. Polverini, quali sono gli aspetti critici del Ddl povertà?

“Si tratta di un provvedimento ricco di buoni propositi e dei soliti illusori slogan. Servono risorse, è questo che manca. Forza Italia ci ha voluto vedere comunque, non presentando la questione di pregiudizialità, l’inizio di un percorso in senso positivo. Resta, però, la perplessità di fondo che riguarda la politica dei bonus di Renzi. Molto probabilmente però gli 80 euro, destinati ad una fascia di popolazione che già ha un lavoro e che comunque, in molti casi, si vede costretta in questi giorni a restituire per un errore del Governo, potevano essere assegnati a quelle persone che sono invece in una condizione di povertà assoluta. Bisogna far ripartire il Paese non dalla politica dei bonus, ma da quella industriale, del lavoro e degli investimenti anche pubblici in un momento in cui non si riesce ancora ad uscire dalla crisi. E come classe dirigente, abbiamo il dovere di consegnare  un provvedimento giusto e soprattutto recuperare le risorse per finanziarlo. Nel nostro Paese, dal 2005 ad oggi, la povertà è sensibilmente aumentata. L’Istat, proprio durante la votazione in aula, ha diffuso dati a dir poco drammatici: sono, infatti,  oltre 4 milioni e 500 mila gli abitanti in condizione di povertà assoluta. Si tratta di persone alle quali non siamo in grado di dare una risposta, persone che hanno perso il lavoro e che non hanno avuto la possibilità di reinserirsi nel tessuto produttivo. Tutto questo, in un Paese che forse è troppo distratto da altro, e che non rimette al centro della discussione le politiche industriali, gli investimenti pubblici, la dignità della persona”.

Il Parlamento ha approvato due suoi ordini del giorno

“Sì, il Parlamento ha approvato due ordini del giorno di Forza Italia, a mia firma, attraverso i quali si impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa volta a stanziare opportune ed adeguate risorse, nonché a potenziare quelle esistenti, per il finanziamento degli interventi previsti dal disegno legge in esame e a valutare l’opportunità di prevedere l’introduzione anche in via sperimentale di interventi fiscali in grado di sostenere le famiglie più numerose, come il quoziente familiare. C’è da ricordare poi il grande lavoro svolto in Commissione che ha permesso di portare a casa dei risultati di estrema importanza. Mi riferisco, in particolare, all’eliminazione del riferimento all’universalismo selettivo, un concetto astruso, ma che, in buona sostanza, significa che si riconosce un diritto come cittadino, ma non l’esercizio di tale diritto, in quanto subordinato alle risorse disponibili. Per fare un esempio, ho diritto ad essere curato, ma poi quando vado al pronto soccorso o in ospedale mi dicono che devo pagare un ticket, altrimenti posso anche tornare a casa con i miei malanni. Altro grande successo è stata l’eliminazione di qualsiasi riferimento agli interventi sulla previdenza, ad iniziare dalla reversibilità. Certo bisognerà continuare a vigilare perché quello uscito dalla porta non rientri sotto mentite spoglie dalla finestra. Infine, ma si potrebbero citare altri risultati importanti, abbiamo fatto di tutto affinché le parti sociali venissero coinvolte nel percorso di definizione degli interventi da adottare sul territorio. Questo perché, a differenza del premier, noi continuiamo a pensare che le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali siano un patrimonio di questo nostro Paese e non un peso né un rifiuto da mandare in discarica”.

Di cosa ha bisogno questo provvedimento per ritrovare la giusta forza?

 “Di interventi fiscali appropriati per ridare ai nuclei familiari un po’ di respiro e politiche occupazionali e territoriali in grado di rimuovere gli squilibri esistenti a danno dei giovani, delle donne e del Mezzogiorno”.  

Cosa si aspetta ora?

“Vogliamo vedere se davvero troveremo quei 600 milioni di quest’anno e il miliardo il prossimo anno. Vogliamo vedere se c’è concretamente quell’impegno del Governo ad aumentare le risorse con la prossima legge di stabilità. Vogliamo mettere l’Esecutivo nella condizione di dimostrare al Paese che veramente questo provvedimento va nella direzione di dare una risposta a chi è in più grave difficoltà. Vogliamo vedere la fine di questa storia, ed è per questo che Forza Italia ha preferito astenersi, per non dare alibi ad un Governo che troppo spesso confonde annunci ed atti concreti”.