No alla riforma Costituzionale. Durante il Consiglio Nazionale Ugl è stata approvata una mozione con cui il sindacato si impegna concretamente, con una campagna sociale di sensibilizzazione e di informazione, affinché siano evidenziate le criticità riscontrate nella proposta di riforma del Governo in occasione del referendum costituzionale che si terrà in autunno.

Nello specifico, il provvedimento di riforma dispone il superamento dell’attuale sistema di bicameralismo paritario, riformando il Senato che diviene organo di rappresentanza delle istituzioni territoriali. Sarà oggetto di revisione la disciplina del procedimento legislativo e le previsioni del Titolo V della Parte seconda della Costituzione sulle competenze dello Stato e delle Regioni. E’ stata disposta, inoltre, anche la soppressione del Cnel (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro).

Secondo la mozione Ugl, presentata da Valentina Iori, segretario confederale, ai consiglieri, sono molteplici i punti critici del provvedimento a partire proprio dalla fine del bicameralismo perfetto – con la riduzione delle funzioni del Senato che rimangono confuse e poco determinate – e dal fatto che rimangono indeterminate le modalità di elezione dei Consiglieri regionali e dei sindaci che faranno parte del Senato. Inoltre, vista la mancanza di ogni forma di elezione diretta, il Senato potrebbe non dare una rappresentanza reale degli intendimenti degli elettori e, in assenza di una specifica previsione, potrebbero non essere presenti i presidenti delle Regioni, con tutto quello che ne consegue in termini di rappresentanza. Sanno inoltre abolite le Province, quali organi costituzionali dotati di funzioni e poteri propri di rappresentanza del territorio, per non parlare del fatto chei sindaci avranno difficoltà nel conciliare i ruoli eil governo potrà contare su un nuovo strumento legislativo che va oltre lo stesso ricorso alla fiducia o ai decreti legge, superando ogni forma di dibattito parlamentare e, quindi, con grave pregiudizio per la minoranza.

La soppressione del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) – si legge sempre dalla mozione – priva il nostro Paese, praticamente unico caso in Europa, di un luogo di confronto fra le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali.

La riforma prevede poi l’introduzione della “clausola di supremazia statale”, in base alla quale la legge statale può intervenire anche in materie di competenza esclusiva delle Regioni e presenta anche un rischio di contenzioso costituzionale in quanto l’iter di formazione delle leggi risulta artificioso e complicato, minando di fatto, la garanzia di una legislazione equa e democratica. Viene inoltre innalzato fino a 150mila (attualmente 50mila) il numero delle firme richieste per la presentazione alle Camere di proposte di legge d’iniziativa popolare e viene modificato l’istituto del referendum abrogativo, con l’introduzione di un doppio quorum e l’innalzamento ad 800mila firme per la presentazione. Inoltre, collegata alla presente riforma, vi è un sistema elettorale che porterà ad una Camera dei deputati composta in larga parte da deputati indicati dai partiti, senza espressione di preferenze da parte degli elettori.

Insomma un lungo elenco di problematiche che, se non avranno un freno, produrranno effetti negativi sul sistema Paese. L’Ugl scende in piazza ed è pronta a concretizzare insieme ai cittadini iniziative contro un’ingiusta riforma costituzionale.