Piero Peretti, segretario generale dell’Ugl Credito, insieme a La Metasociale ha analizzato i punti cruciali dell’intervento del Presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, all’assemblea annuale dell’Associazione svoltasi oggi a Roma.

PerettiCome sindacato sarebbe necessario focalizzare l’attenzione su un particolare, emerso proprio dalla relazione del Presidente dell’Abi: il numero delle banche italiane si è assai ridotto. Il mondo del credito cooperativo sta andando soprattutto verso un grande gruppo bancario cooperativo. I dipendenti bancari in Italia sono meno della metà di quelli della Germania e inferiori di un quarto a quelli della Francia.

Per gli sportelli le statistiche sono continuamente superate dai fatti: l’Italia ne aveva circa 30.000, in rapida, continua ulteriore riduzione, mentre 35.000 erano in Germania, 37.000 in Francia e 32.000 nella meno popolata Spagna.

Quanto dichiarato dal Presidente dell’Abi non è sicuramente una novità. Con gli ammortizzatori sociali di cui si è dotato il sistema bancario (e mi riferisco al fondo di solidarietà finanziato dagli stessi istituti di credito), si sono perse circa 60.000 risorse nell’ultimo decennio. Il numero dei bancari italiani è in proporzione inferiore a quello degli altri paesi europei, Germania e Francia in testa. Il Governatore di Bankitalia, anche in occasione dell’assemblea odierna, anziché fare il mea culpa per le gravi disattenzioni dell’organo che presiede, ha preferito spostare l’attenzione dalle vere criticità del sistema bancario italiano e della vigilanza, sostenendo che tra i problemi principali del settore ci sarebbero il  costo del lavoro e il numero degli sportelli. Come al solito – conclude Peretti– il governatore Visco preferisce affondare il colpo su lavoratrici e lavoratori invece di indicare i veri responsabili della cattiva gestione degli istituti di credito”.

Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli ha ribadito, sempre durante il suo intervento, la necessità di rivedere al più presto la normativa sulle risoluzioni e sul bail in delle banche.

L’affermazione di Patuelli mette in risalto le lacune di un Governo che, pronto al volere dei poteri forti dell’Europa, subisce i dictat senza preoccuparsi dei valori costituzionali. Infatti il rispetto dell’art. 47 della Costituzione avrebbe, tra l’altro, impedito che i risparmi di migliaia di cittadini andassero in fumo divorando ad anni di lavoro e sacrifici oltre che il loro futuro”.

Sempre riprendendo alcuni passaggi dell’intervento di Patuelli, è lui a dichiarare: “Le banche in Italia non si sono fermate di fronte alle emergenze, i mutui sono i protagonisti dell’inizio della ripresa del mercato immobiliare come, allo stesso tempo, crescono anche i prestiti”. Dunque, è giunto il momento di investire. Anche l’Ugl Credito è così ottimista?

“Credo sia davvero impossibile essere ottimisti in un momento storico così particolare in cui: quattro banche sono fallite, la Banca di Vicenza e Veneto Banca non sono riuscite a ricapitalizzarsi, il Monte dei Paschi di Siena ha perso l’80 per cento del proprio valore azionario e la voragine delle sofferenze sfiora i 220 miliardi. Purtroppo non intravediamo inversioni di tendenza nel modo di fare banca. Lo stesso Patuelli ha evidenziato che “occorre rivalutare e valorizzare l’importanza degli investimenti in azioni bancarie”. Noi invece pensiamo che si debba realizzare un sistema creditizio socialmente sostenibile dove la banca sia amica e non nemica del cittadino, dove le piccole imprese possano trovare finanziamenti e consulenze basati sulla bontà dei progetti presentati, dove scompaiano le nomine politiche e clientelari dei vertici che, a nostro avviso, sono i veri responsabili della drammatica situazione attuale”.