di Marco Colonna

Dalle pensioni di anzianità a quelle di vecchiaia, da quelle di invalidità a quelle di reversibilità, da una verifica effettuata calcolando le somme erogate dagli uffici centrali o periferici dell’ Inps è risultato che fino a un massimo del 43% dei trattamenti economici riservati ai lavoratori in quiescenza è stato soggetto ad errori macroscopici, sviste, inesattezze e imprecisioni varie. Ovviamente, parliamo di sbagli per difetto a danno dei pensionati che beneficiano degli assegni previdenziali liquidati dall’ ente guidato da Tito Boeri. Anche nel 2015, i patronati hanno avanzato all ‘Inps decine di migliaia di richieste di ricostituzione della pensione per ritoccare al rialzo gli importi. E nel 25% dei casi l’Inps s’è rifiutato di aderire alla proposta sindacale obbligando i lavoratori e i pensionati a far valere i propri diritti con un’ azione legale vera e propria. Eh sì, perché di norma l’Inps non riconosce l’errore soltanto in base a mancanza o errato calcolo di contributi versati, ma piuttosto anche in base ad una diversa interpretazione delle norme o delle legge che regolano la materia. Dai dati elaborati dai patronati Enas Ugl per il quotidiano Libero – con un’ analisi a campione effettuata sulle pratiche previdenziali gestite in via ordinaria e sulle domande di ricostituzione – emerge uno scenario allarmante: su 5.884 domande di accesso al trattamento previdenziale presentate all’ Inps tra gennaio e dicembre 2015 dai patronati Enas in tutta Italia, il 16% ha presentato inesattezze. Su base regionale i picchi sono stati rilevati nel Lazio (nel 2015 registrato il 30,9% di errori) ed a Roma e provincia, dove le cosiddette “sviste” raggiungono la cifra record del 35,7%. Situazione disastrosa anche al Sud, in Sicilia (il 14,3% hanno ottenuto un ricalcolo), in Campania (il 20% di ricostituzione del trattamento) . Un dato nazionale certo non è disponibile, ma si calcola che almeno una pensione su quattro possa essere sbagliata , ovvero decine di migliaia di situazioni a rischio, e pratiche pensionistiche che contengono problemi fra i 70 e i 100 euro mensili, quando non accade che l’errore riguardi proprio il mese dell ‘ entrata in pensione. E , allora, non si contano i casi dell’Inps che recapita lettere ai pensionati vantando , in base a presunti calcoli previdenziali errati, la restituzione di decine di migliaia di euro. Al contrario, a volte, è l’istituto della previdenza a dover rimborsare i pensionati, aggiungendo pure gli arretrati. Per esempio, nel caso l’Inps non abbia calcolato correttamente – magari nel caso di occupazione discontinua – i diversi periodi di lavoro, cassa integrazione o mobilità , con relativo accredito dei contributi figurativi spettanti e non versati al contribuente. Che fare? Scovato l’errore, a credito o a debito, prende il via la battaglia che il pensionato deve necessariamente affidare alle mani dei patronati. Dopo il ricalcolo solitamente nell’arco di 30 giorni viene assegnata la pensione provvisoria, e – attenzione – proprio a partire da questo punto cominciano a decorrere i termini (tre anni) oltre i quali non si ha più diritto ad ottenere ulteriori correzioni. «Purtroppo, siamo di fronte ad un fenomeno vero, reale, di cui Libero ha fatto benissimo ad occuparsi e a denunciare, perché ci aiuta a tutelare meglio i nostri utenti. Tutelare i diritti dei nostri assistiti è una priorità»: ha detto il presidente dei patronati Enas, Stefano Cetica, commentando l’inchiesta avviata dal quotidiano diretto da Vittorio Feltri. E proprio per offrire a tutti i pensionati un ‘check up’ completo dei loro diritti e, in modo particolare, uno screening preciso sulle prestazioni previdenziali erogate dall’Inps, prende il via, domani giovedì 30 giugno a Roma (in piazza Bologna e in Largo di Torre Argentina, giovedì 30 giugno, dalle ore 9.30 alle ore 17.30), la campagna del Patronato Enas-Ugl dal titolo: “Ti fidi dell’Inps? Rifacciamo i conti”. Con dei gazebo allestiti in diverse città, infatti, gli operatori del Patronato offriranno assistenza gratuita per verificare la correttezza del calcolo della pensione – come abbiamo visto troppo spesso errato – soprattutto per quei lavoratori che hanno subìto dei periodi di cassa integrazione o mobilità o per chi ha avuto una contribuzione discontinua. Gli operatori del patronato saranno a disposizione degli utenti per offrire un’assistenza completa e, sopratutto, una presenza concreta sul territorio. L’iniziativa dell’Enas proseguirà per tutta la settimana successiva e si estenderà in altre piazze d’Italia (Trieste, Napoli, Foggia, Catania, Latina, Avellino e Bari).