di Maria Rosaria Pugliese – Dirigente confederale dell’Ugl e responsabile Fondi Strutturali

 

Ulteriori 1,4 miliardi di euro destinati all’Italia, aggiuntivi alle risorse già previste. A seguito  dell’ adeguamento previsto dal Regolamento dei Fondi Strutturali 2014-2020, la  Commissione ha  distribuito complessivamente 4 miliardi  ai Paesi più in difficoltà.

Italia, Spagna e Grecia, sono, infatti, gli Stati che hanno registrato i tassi di crescita peggiori nell’Unione europea. Poiché  la dotazione iniziale per ciascuno Stato membro è stata effettuata sulla base delle previsioni di crescita del Pil disponibili nel 2012, il regolamento prevedeva la revisione dei calcoli alla luce della crescita effettiva cumulata del biennio 2014-2015.

Per i tre paesi – Italia, Spagna, Grecia –  è emersa una divergenza superiore al 5 per cento rispetto alla dotazione iniziale di fondi e pertanto gli importi devono essere adeguati.

Se è vero che si tratta di  nuove risorse europee, è altrettanto vero che le motivazioni  della loro assegnazione sono inquietanti per la crescita del nostro Paese. Tali risorse aggiuntive di Fesr e Fse potranno essere spese dal 2017 al 2020 per finanziare i programmi operativi regionali e nazionali in corso, una volta concertati gli obiettivi da privilegiare ed individuati  i programmi, scelte  che faranno la differenza nelle dimensioni del cofinanziamento nazionale che deve accompagnare i fondi strutturali europei. Scelte, non ultimo, per le quali  è necessario ribadire la necessità di coinvolgimento del partenariato.

Se questo è lo scenario attuale, il futuro non si preannuncia facile per le politiche europee di coesione. Da qualche mese è in corso il dibattito sul bilancio comunitario, sia in vista della revisione di medio termine prevista entro fine anno sia per la definizione dell’architettura del budget 2021-2028. La sfida è dimostrare l’efficacia di queste politiche in termini di sviluppo, crescita e occupazione, viceversa non è difficile immaginare che le risorse possano essere in parte destinate  ad altre esigenze di ambito europeo.