Il presidente dell’Enas-Ugl, Stefano Cetica

Il presidente dell’Enas-Ugl, Stefano Cetica

Quasi 650mila denunce di infortunio arrivate all’Inail. Gli infortuni riconosciuti sono circa 416mila, mentre gli infortuni mortali nel 2015 sono circa 700, un bilancio non definitivo.
Dati preoccupanti quelli diffusi oggi a Montecitorio dal presidente dell’Inail, Massimo De Felice, che indicano come in Italia la strage dei morti sul lavoro sembri non avere fine.
Se da una parte c’è chi parla di stime positive perché leggermente in diminuzione rispetto agli anni precedenti, per il presidente dell’Enas-Ugl, Stefano Cetica,  si tratta di una “dura sconfitta per le politiche di prevenzione e di controllo messe in campo dal Governo”.
Il presidente spiega, infatti, che “occorre rapportare questi dati  alla riduzione degli occupati per comprenderne l’assoluta gravità al di là dei facili quando immotivati entusiasmi di alcuni commentatori e, soprattutto, occorre guardare con preoccupazione all’andamento crescente delle malattie professionali che rappresentano un altro campanello d’allarme rispetto ai rischi ai quali sono sottoposti i lavoratori”.
“Tra demansionamenti, precarietà, riduzione del diritto di sciopero per ‘Decreto’ e quanto consentito dal Jobs Act alle imprese, – ha concluso Cetica – non siamo più un Paese che tutela la parte più debole del cosiddetto mercato del lavoro”.

I dati dell’Inail 

Gli infortuni mortali accertati sono stati 694 nel 2015 con un calo del 2% rispetto al 2014a fronte di 1.246 denunce di infortunio mortale (erano 1.152 nel 2014, 1.395 nel 2011). Degli incidenti mortali accertati 382, il 55%, è avvenuto al di fuori dell’azienda.
Nel 2015 sono state registrate poco meno di 637 mila denunce di infortuni, rispetto al 2014 si ha una diminuzione di circa il 4%; sono circa il 22% in meno rispetto al 2011. Gli infortuni sul lavoro hanno causato circa 11 milioni di giornate di inabilità, con costo a carico dell’Inail; in media 82 giorni per infortuni che hanno provocato menomazione, circa 20 giorni in assenza di menomazione.
Le denunce di malattia, spiega l’Inail, sono state circa 59 mila (circa mille e 500 in più rispetto al 2014), con un aumento di circa il 24% rispetto al 2011. Ne è stata riconosciuta la causa professionale al 34%, il 3% è ancora “in istruttoria”. Il 63% delle denunce è per malattie del sistema osteomuscolare (cresciute del 46% rispetto al 2011). Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 44 mila; di cui circa il 39% per causa professionale riconosciuta. Sono stati poco meno di 1.600 i lavoratori con malattia asbesto-correlata. I lavoratori deceduti nel 2015 con riconoscimento di malattia professionale sono stati 1.462 (il 27% in meno rispetto al 2011), di cui 470 per silicosi/abestosi (l’85% è con età al decesso maggiore di 74 anni).
Delle 20.835 aziende sottoposte a controlli (il 67% del terziario, il 29% del settore industria) l’87,4% sono risultate irregolari. Sono stati regolarizzati 61.333 lavoratori (più del 3% rispetto al 2014), di cui 54.771 irregolari e 6.562 in nero. (fonte AdnKronos)