Un tavolo di confronto da aprire subito dopo il 30 giugno, termine ultimo per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisizione dell’Ilva.  È questa la promessa di Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico –  fatta ai sindacati – durante il vertice di oggi al Mise. Ma il peso di quest’attesa tanto agonizzante  – soprattutto per i lavoratori e le loro famiglie – inizia a soffocare ogni aspettativa.

Antonio Spera, segretario generale dell'Ugl Metalmeccanici

Antonio Spera, segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici

L’Ugl Metalmeccanici manifesta, quindi, forte preoccupazione sia in merito alla questione ambientale (il nuovo decreto pone adesso come termine ultimo dicembre 2018) che alla tenuta complessiva della stessa azienda.

Per Antonio Spera, segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici “Sembra che il governo voglia prendere tempo, continuando a posticipare la cessione dell’Ilva, già rimandata a fine anno, e scegliendo di dialogare solo con alcuni interlocutori”.
Su questa spinosa e delicata vertenza “bisogna fare chiarezza su molti punti e l’esecutivo deve impegnarsi fattivamente affinché il piano di salvaguardia dell’occupazione e quello di risanamento ambientale procedano di pari passo: solo in questo modo si potrà ricostruire su solide basi il futuro del polo siderurgico e del suo vasto indotto”.
Ci auguriamo – aggiunge il sindacalista – che al prossimo incontro il ministro dello Sviluppo economico voglia dialogare con tutti i soggetti coinvolti, compresa la Regione Puglia che non può avere un ruolo marginale nella vertenza. Così come è auspicabile che, nella scelta dell’acquirente, non si privilegino società che hanno già chiuso stabilimenti nel tarantino, dimostrando di non ritenere strategico questo territorio”.

Per Antonio Spera, mai come in questo momento, bisogna cambiare rotta scegliendo per l’Ilva un percorso produttivo fatto di serietà, rispetto e qualità. A chiederlo sono i lavoratori e le famiglie di uno dei poli siderurgici più importanti d’Europa.