“Per quanto riguarda l’accesso alla Naspi per i lavoratori stagionali, ci ritroviamo nuovamente davanti a tutte quelle complessità  sollevate all’inizio dello scorso anno”.
Questa in sintesi la posizione dell’Ugl in audizione in Commissione Lavoro della Camera nell’ambito della discussione sull’estensione dell’applicazione della Naspi per i lavoratori stagionali dei settori turistico e termale. Presente il segretario confederale dell’Ugl, Fiovo Bitti.
“La forte penalizzazione che il passaggio dall’Aspi e dalla mini Aspi alla Naspi avrebbe prodotto sui lavoratori stagionali fu evidenziata già in sede di discussione dell’atto di governo 135, successivamente tradotto nel decreto legislativo 22/2015, tanto che in seguito il governo corse ai ripari, introducendo una disciplina transitoria che ha permesso di gestire la disoccupazione dei lavoratori stagionali nel 2015”. Secondo il sindacato le tre Risoluzioni, pur con degli accenti diversi, impegnano il governo ad individuare “una soluzione che possa assicurare un sostegno al reddito ai lavoratori stagionali nei casi di disoccupazione involontaria, cosa assolutamente condivisibile”.
Si tratta dunque di una doppia partita per l’Ugl: da una parte, si tratta di dare delle risposte immediate, anche attraverso una riproposizione del regime transitorio previsto dal decreto legislativo 148/2015; dall’altra, però, occorre pure immaginare un percorso più complessivo e strutturale, coerente con l’obiettivo di favorire l’occupabilità delle persone.
Per il sindacato dunque “il governo dovrebbe attivarsi per assicurare le risorse necessarie a garantire un sostegno al reddito ai lavoratori stagionali per almeno il 2016 e il 2017” ed “estendere l’assegno di ricollocazione, previsto dall’articolo 23 del decreto legislativo 150/2015, anche ai lavoratori stagionali, oggi di fatto esclusi, in quanto riservato ai beneficiari della Naspi da oltre quattro mesi”. Non bisogna dimenticare inoltre che per favorire l’occupazione in questo settore è necessario anche “un rafforzamento delle politiche attive, al momento molto ridotte nel nostro Paese, alla luce del ritardo con il quale si sta dando vita all’Agenzia nazionale per le politiche attive, delle ridotte risorse disponibili per la formazione sul territorio e delle carenze di personale e di strumenti dei centri per l’impiego, raramente messi in condizione di poter operare in maniera efficace”.
Una spinta all’occupazione arriverebbe anche con interventi “sulla destagionalizzazione del turismo, sul superamento della differente regolamentazione delle attività turistico-ricettive per territorio e sulla valorizzazione della filiera turistica attraverso la promozione di consorzi fra gli operatori, senza dimenticare l’azione di contrasto all’utilizzo improprio di voucher per lavoro occasionale”.
“In definitiva, servirebbe dare finalmente seguito a quanto promise il Renzi segretario del Partito democratico, vale a dire, un piano industriale per il turismo, così da valorizzare pienamente il nostro patrimonio culturale, storico, ambientale ed enogastronomico”.