Risanare l’Atac”, questa la sfida di Marco Rettighieri, direttore generale dell’azienda di trasporti romana che –  in un’intervista rilasciata a Leggo –  ha ammesso: “In due anni raggiungeremo il pareggio di bilancio”. Immediata la reazione di Fabio Milloch, segretario nazionale dell’Ugl Autoferrotranvieri, che per La Metasociale analizza il caso Atac ma, soprattutto, le molteplici e futili polemiche che nel corso di questi giorni hanno tentato di ostacolare la scelta dell’Ugl: lo sciopero del 13 giugno (dalle ore 8.30 alle 00.30).

Fabio Milloch, segretario nazionale Ugl Autoferrotranvieri

Fabio Milloch, segretario nazionale Ugl Autoferrotranvieri

La mobilitazione dei dipendenti Atac, aderenti al sindacato, è stata motivata, infatti, dalla richiesta di sicurezza nei trasporti pubblici “perché – precisa il sindacalista –  è nostro dovere ‘accompagnare’ turisti, pendalori e lavoratori e, sopratutto, di farli arrivare a destinazione sani e salvi”.

Attualmente – aveva già spiegato Milloch a La Metasociale – se ci fossero criticità e un treno della metro dovesse fermarsi in galleria con conseguente evacuazione del convoglio i passeggeri avrebbero serie difficoltà a orientarsi poiché si ritroverebbero al buio. Inoltre, su molti autobus l’aria condizionata non funziona e, anche se sembra una cosa di minima rilevanza, con le temperature roventi dell’estate gli utenti potrebbero accusare malori – cosa che avviene – il che costituirebbe un pericolo ulteriore per i passeggeri e per gli stessi autisti”.

Durante un’operazione di collaudo effettuata alcune settimane fa – ed è Milloch a precisarlo  –  dagli addetti alla Motorizzazione Civile, alcune vetture non avente l’aria condizionata funzionante sono state ritenute inidonee al servizio del trasporto pubblico. Basta questo per far capire che non stiamo evidenziando particolari di poco conto?”.

L’Ugl Autoferrotranvieri ha dimostrato più volte senso di responsabilità “ed è per lo stesso senso di responsabilità che abbiamo confermato lo sciopero di ieri: è in gioco la sicurezza dei lavoratori e degli utenti, siano essi cittadini o turisti, con i quali vogliamo stabilire un rinnovato rapporto basato sulla fiducia e sulla credibilità”.

“Non è da oggi ma – precisa Milloch – da prima dell’arrivo del direttore generale Marco Rettighieri, che la nostra sigla segnala, al Governo e all’azienda – con dovizia di dettagli – tutte le più urgenti azioni da intraprendere per rendere più sicuro il viaggio sui mezzi Atac. Perché per noi la sicurezza è un diritto –  e come tale  – non è negoziabile. Per quanto ci riguarda non abbiamo alcun interesse ad entrare in conflitto con l’azienda, vogliamo semmai collaborare concretamente per renderla migliore nell’interesse di tutti. Questo è un impegno preso con il Prefetto e di fronte al quale non ci tireremo indietro. Però, per fare questo occorre il confronto e tanta buona volontà come hanno dimostrato i lavoratori”.

Fino ad oggi ai nostri appelli non è seguita alcuna risposta o azione. Ci auguriamo davvero che da oggi in poi non sarà più cosi. E’ giunto il momento che i dirigenti dell’Atac inizino a lavorare concretamente al risanamento dell’azienda e a rispondere con rispetto alle esigenze dei lavoratori e delle utenze”.

Quali sono i mali da estirpare in Atac?

Sicuramente anni di una gestione poco attenta alle necessità dei lavoratori e dei cittadini”.

Sempre l’ad Rettighieri non esclude una possibile privatizzazione dell’Atac. Ha difatti dichiarato alla stampa:”Io non dico che sia inutile, dico che prima bisogna metterla a posto. In ogni caso, non è il mio mandato”.

Spingere un’azienda nelle mani dei privati significherebbe infliggere un altro duro colpo ai lavoratori e ai cittadini”.

Anche la deputata di Forza Italia, Renata Polverini, segue con attenzione la vicenda Atac e sia in un articolo apparso oggi su Il Dubbio (clicca qui per leggere l’editoriale)  sia in una dichiarazione rilasciata ieri alla stampa ha precisato: “Solo Giachetti continua a fiancheggiare l’Atac nella sua miope politica di far pagare ai lavoratori ed agli utenti la sua pessima organizzazione aziendale e gli scarsi investimenti in sicurezza”.