C.P.

Gli aumenti di stipendio dei dipendenti pubblici, relativi al prossimo rinnovo contrattuale, dovrebbero riguardare solo i lavoratori a basso reddito, pari a un terzo dei dipendenti, ovvero quelli sotto i 26 mila euro lordi annui. Dopo le indiscrezioni della scorsa settimana uscite sul Messaggero, oggi è il quotidiano La Repubblica a tornare sull’argomento. Un’ipotesi immediatamente smentita dal ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, che in un tweet ha risposto: “Mai detto aumenti solo a chi sta sotto i 26.000 euro. Ho detto che chi ne guadagna 200.000 può aspettare”. Eppure, nemmeno la smentita del ministro tranquillizza i sindacati, in attesa di una convocazione proprio sul rinnovo contrattuale. “Aldilà dei retroscena giornalistici e dei proclami del governo – ha detto il segretario confederale dell’Ugl, Augusto Ghinelli -, ci aspettiamo che il ministro alla Funzione Pubblica, Marianna Madia, dia al più presto il mandato all’Aran di convocare i sindacati per il rinnovo del ccnl del pubblico impiego. Dopo sette anni di vacanza contrattuale, non si può attendere ancora oltre. Nel merito, l’idea di aumentare gli stipendi a una sola fascia di lavoratori, è del tutto fuori luogo, non solo perché in questi sette anni tutti hanno fatto sacrifici, ma perché il rinnovo del contratto è un diritto di tutti”. Bisognerà dunque aspettare per capire cosa intende fare il governo. Il budget per ora è pari a 300 milioni per il comparto centrale a cui se ne dovrebbero aggiungere altrettanti per il resto del pubblico impiego. Il rinnovo sarà per il triennio 2016-2018, quindi molto dipenderà anche da quanto si intende stanziare nella prossima legge di Stabilità.