“L’Italia deve rinnovare la sua vocazione industriale, invece di restare inerme di fronte ad un evidente declino, svelato anche dalle aspettative formulate dagli stessi imprenditori sulle tendenze dell’occupazione nei prossimi mesi”

E’ Francesco Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, a focalizzare l’attenzione sui dati Istat contenuti nella nota mensile sull’andamento dell’economia italiana.

Secondo l’Istituto nazionale di statistica, infatti, la crescita rallenta: l’economia italiana segna uno sviluppo ma con un ritmo moderato ed i consumi sono il principale motore a cui si accompagna anche un miglioramento degli investimenti. Ma nella nota mensile dell’Istat si legge anche che l’indicatore composito anticipatore ha segnato un ulteriore calo: vale a dire che l’attività economica è destinata a rallentare nel breve termine. Ai risultati positivi registrati nel primo trimestre – sottolinea l’Istat – si affiancano alcuni segnali di debolezza nelle aspettative delle imprese e negli ordinativi del settore manifatturiero.

Nel primo trimestre i contributi positivi alla crescita dello 0,3 per cento registrata dal pil provengono in particolare dalla spesa delle famiglie residenti, mentre la componente estera ha fornito un contributo negativo alla crescita. Rispetto al trimestre precedente, i consumi finali nazionali e gli investimenti fissi lordi sono aumentati con la stessa intensità (+0,2 per cento), mentre il rallentamento del commercio mondiale ha condizionato l’andamento delle esportazioni (-1,5 per cento). Il modesto aumento degli investimenti ha sintetizzato da un lato il proseguire della crescita degli impianti e macchinari (+1,3 per cento) e la ripresa dei prodotti in proprietà intellettuale (+1,1 per cento), dall’altro la riduzione delle costruzioni (-0,5 per cento). Gli investimenti in mezzi di trasporto hanno fornito un contributo positivo, ma in significativa decelerazione (+2,4 per cento).

Nell’industria in senso stretto, alla crescita robusta del valore aggiunto nel primo trimestre (+1,2 per cento rispetto al trimestre precedente) si sono accompagnati segnali contrastanti provenienti dagli ordinativi (-1,4 per cento) e dal clima di fiducia che, in lieve diminuzione a maggio, continua ad oscillare sui livelli di inizio anno. Sempre a maggio si segnala il peggioramento dei giudizi sulle attese dell’economia per tutti i principali raggruppamenti economici.

Per il segretario generale dell’Ugl “non bastano il settore dei servizi e i consumi delle famiglie, peraltro in via di diminuzione, a rianimare il nostro sistema provato da anni di crisi e da mancate scelte di politica  economica, nonché di serie iniziative a sostegno di un Mezzogiorno lasciato andare alla deriva“.

L’economia è debole e non cresce perché l’occupazione, peraltro effimera, non aumenta a livelli adeguati, conseguenza di un pericolosa crisi industriale presente in settori strategici, come la chimica e la siderurgia, che meriterebbero da parte del governo investimenti e strategie, invece di annunci e spot“.

Ottimista il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan: “Le aspettative sulla crescita sono più deboli, ma l’economia italiana continua ad andare meglio di altri
paesi.  Continuo ad essere fiducioso, l’Italia va meglio di altri paesi”.