Hillary Clinton ha raggiunto il “magic number” dei 2.383 delegati necessari per la nomination alla Casa Bianca: “un momento storico senza precedenti” – così la stessa candidata ha definito la notizia, diffusa da Associated Press e confermata dalla Cnn – perché si tratta della prima donna che corre per l’Election day in 240 anni di storia degli Stati Uniti.
Dopo Barack Obama, il primo Presidente di colore, gli americani potranno dunque optare per una White House al femminile.
La sfida finale per la Presidenza degli Stati Uniti, che si terrà l’8 novembre, sarà dunque tra la 68enne democratica e il rivale repubblicano Donald Trump, che ha raggiunto la fatidica soglia dei delegati sufficienti per la nomination alla Casa Bianca lo scorso 26 maggio.
La notizia del raggiungimento del numero di delegati che voteranno la Clinton alla convention di Filadelfia di fine luglio è giunta poche ore prima del Supermartedì di primarie, che coinvolgerà sei stati tra cui la California, un maxi-bacino elettorale che assegna più di 500 delegati, e il New Jersey.
L’entusiasmo della Clinton si contrappone tuttavia al disappunto dello sfidante democratico Bernie Sanders, che non ci sta: “è spiacevole vedere come i media stiano ignorando la richiesta della commissione nazionale del partito democratico di aspettare questa estate per la conta dei superdelegati”, ha detto Michael Briggs, il portavoce del senatore, aggiungendo che “la Clinton non ha e non avrà il numero di delegati per assicurarsi la nomination. Questa dipenderà dai superdelegati che voteranno il 25 luglio”.
L’esito delle votazioni in California potrebbe tuttavia essere decisivo: se Clinton vincesse anche qui, per Sanders potrebbe davvero essere arrivato il momento di rinunciare a dar battaglia.