“Si deve, e si può, fare di più” per la crescita del nostro Paese. Ne è convinto il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, durante la presentazione della relazione annuale, sottolineando che “le previsioni di consenso indicano per l’Italia il ritorno ai livelli di reddito precedenti la crisi in un tempo non breve; sono deludenti le valutazioni sul potenziale di crescita della nostra economia”. Secondo Visco “la legalità è condizione cruciale per lo sviluppo” e le priorità delle riforme sono “rimozione dell’illegalità, ridare efficienza a P.a. e giustizia civile, investimenti nell’innovazione e nella ricerca del capitale umano”.
Una relazione quella del Governatore della Banca d’Italia “decisamente allarmante” secondo il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, che sottolinea come “diventi piuttosto sbrigativa sulle soluzioni indicate per gli istituti bancari in difficoltà”.
Secondo Visco “l’evoluzione del contesto macroeconomico rischia di ostacolare il conseguimento” della riduzione del rapporto tra debito pubblico e pil “nel 2016, uno stretto controllo dei conti pubblici e la realizzazione del programma di privatizzazioni possono consentire di avvicinare il più possibile il rapporto tra debito e prodotto a quanto programmato e garantirne una riduzione significativa nel 2017”. Per quanto riguarda la disoccupazione secondo il governatore “la domanda di lavoro è tornata a crescere a un ritmo superiore alle attese di un anno fa, e il tasso di disoccupazione dei giovani è sceso per la prima volta dal 2007 di oltre due punti percentuali, ma “la disoccupazione resta però troppo alta”.
“Per una ripresa più rapida e duratura – ha spiegato Visco – è necessario il rilancio degli investimenti pubblici mirati, anche in infrastrutture immateriali, a lungo differiti” ed è importante anche “un’ulteriore riduzione del cuneo fiscale gravante sul lavoro”.
Secondo Capone, “i moniti sulla ripresa ancora da consolidare, sul contesto macroeconomico che rischia di ostacolare la riduzione del rapporto tra debito pubblico e pil nel 2016, sui tempi non brevi per ritornare ai livelli di reddito precedenti alla crisi, nonché l’accento sulla disoccupazione molto alta sono indicazioni su ciò che il governo deve ancora fare o non ha ancora fatto per mettere in sicurezza il nostro Paese, che quindi resta pericolosamente in bilico e in una costante condizione da ‘osservato speciale’. Secondo Visco, l’esecutivo dovrebbe procedere con il taglio del cuneo fiscale e con un rilancio degli investimenti pubblici, in particolare a favore delle infrastrutture materiali e immateriali. Dunque anche Bankitalia chiede una politica industriale, che l’Ugl invoca da due anni a questa parte, e che in un contesto di crisi e difficoltà così evidente, anche nei bilanci dello Stato, richiederebbe l’iniezione di investimenti privati e quindi di una politica diversa del credito”.
Per quanto riguarda il capitolo banche Visco ha sottolineato che “devono agire sui “costi, inclusi quelli per il personale agendo su qualità e quantità degli organici” e “occorre proseguire “nella riduzione degli sportelli” adeguando “il modello basato su una diffusa presenza territoriale”. Secondo il governatore “azioni ancora più determinate e tempestive” sui costi “saranno indispensabili” per gli istituti in difficoltà attenuando le “ripercussioni sui dipendenti” grazie alle nuove norme sul fondo di solidarietà.Bankitalia_
Proprio rispetto allo stato di salute degli istituti di credito, Capone sottolinea che “il Governatore non può davvero limitarsi ad indicare come soluzione la riduzione del personale e persino degli sportelli, perché il fallimento delle famose quattro banche ha messo in evidenza quanto sia importante, nel bene e nel male, il rapporto diretto con la clientela, quindi la qualità dei prodotti offerti e la professionalità dei dipendenti delle banche, ad oggi sottoposti a pressioni che non garantiscono la dovuta trasparenza nei confronti della clientela”.
Duro il commento del segretario nazionale dell’Ugl Credito, Piero Peretti, e del segretario nazionale Ugl Authority, Alessio Storace, che affermano: “non è davvero ammissibile che il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, anziché mantenere alto il profilo imposto dal suo ruolo, abbia scelto di indicare il taglio del personale come soluzione ai problemi degli istituti di credito in difficoltà. Il Governatore preferisce affondare il colpo sui dipendenti, invece di indicare i veri responsabili della cattiva gestione degli istituti di credito”.
Per i Peretti e Storace “non è credibile che la Banca d’Italia non sia potuta intervenire per impedire ciò che stava accadendo nelle quattro banche poi fallite e, ancor meno, che fosse all’oscuro dello strano aumento del capitale sociale in Banca Popolare di Vicenza, pratica che temiamo sia molto diffusa”.
“L’anomalia tutta italiana di avere dei veri e propri azionisti privati in Banca d’Italia sta portando a questi risultati – è scritto in conclusione nella nota – Il Governo, invece di risolvere ciò che è un conflitto di interessi vero e proprio, ha commesso il grave errore di acuirlo, dando un valore alle azioni di Banca d’Italia”.