E’ categorico il no dell’Ugl a uno ‘spezzatino’ o a una vendita parziale dell’Ilva. L’obiettivo è salvaguardare tutti i posti di lavoro e l’intero indotto di uno dei poli siderurgici più importanti d’Europa”.

Queste le parole di Antonio Spera, segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, durante l’audizione di oggi, in commissione industria alla Camera dei Deputati, sulle procedure di cessione del gruppo Ilva.

Antonio Spera, segretario generale dell'Ugl Metalmeccanici

Antonio Spera, segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici

Auspichiamo  – precisa il sindacalista –  nell’intervento di Cdp e, quindi, di una partecipazione finanziaria concreta che abbia come finalità la tutela produttiva e occupazionale. Chiediamo di poterci confrontare sui progetti proposti dagli investitori e di analizzare in sinergia, con chi di competenza, primo fra tutti il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, le oltre venticinque manifestazioni di interesse avanzate in quest’ultimo periodo”.

Sono sempre più forti, invece, i dubbi che l’Ugl percepisce su precise manifestazioni d’interesse: “Quali garanzie potrà dare all’Ilva chi ha già chiuso stabilimenti sul territorio? Ilva è una realtà complessa e delicata e, quindi, abbiamo bisogno di privilegiare solo quelle offerte che, in modo serio e responsabile, possano salvaguardare il ciclo continuo e le prospettive di sviluppo dell’intera società”

Abbiamo già fatto presente presso la sede della Regione Puglia, dove è stato costituito un tavolo permanente – precisa –  tutte le nostre perplessità in merito ad una vertenza che non riesce a trovare una via d’uscita per il bene di oltre 14mila lavoratori diretti e per il rispetto di Taranto, una città afflitta anche dalla piaga dell’inquinamento”.

L’Ilva, infatti, continua ad essere ‘ostaggio’ di due dilemmi: da una parte la tutela dei posti di lavoro, dall’altra la questione ambientale. L’Ugl segue con attenzione la vertenza e, anche attraverso l’iniziativa Sud Act – otto priorità per rilanciare il Mezzogiorno” ha posto la sua attenzione sulle problematiche che continuano a tenere prigioniero lo stabilimento tarantino.

Questa situazione di pericolo per la salute si scontra con l’importanza occupazionale del sito, che dà lavoro a 14 mila lavoratori diretti (alcune stime valutano – ma le cifre non sono unanimemente condivise – che il complesso dei lavoratori interessati ammontano, con l’indotto, a 40 mila) e con il rilievo strategico della fabbrica che produce un terzo del fabbisogno di acciaio italiano, il 75 per cento del Prodotto Interno Lordo della Provincia ed il 76 per cento della movimentazione portuale.

D’altro canto il sindacato non intende sottacere o minimizzare l’azione inquinante dell’Ilva ed il primo obiettivo deve essere necessariamente quello di tutelare la salute e di riportare i dati del tasso di mortalità in provincia di Taranto  nell’ambito della normalità e delle medie regionali e nazionali.

La posizione dell’Ugl, quindi, è stata chiara sin da subito: garantire il rispetto delle regole ambientali evitando l’arresto degli impianti. Iniziare, quindi, a fare ciò che avrebbe dovuto essere fatto, per scongiurare che con la chiusura di una fabbrica tanto importante, ai tarantini non resti che un territorio disastrato e per di più improduttivo.

L’OFFERTA DI ‘MARCEGAGLIA’

(Fonte Reuters) – Il gruppo Marcegaglia, insieme al gigante mondiale della siderurgia ArcelorMittal, sta preparando un’offerta per rilevare Ilva e spera che Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) partecipi al progetto.

Lo ha detto la co-AD, Emma Marcegaglia, precisando che le parti stanno lavorando all’offerta che va presentata entro fine maggio.

“Siamo insieme ad ArcelorMittal, sono il partner più adatto per un turnaround molto complicato come quello di Ilva. Abbiamo chiesto che Cdp possa far parte del gruppo”, ha detto Marcegaglia, che è anche presidente di Eni, a margine dell’assemblea della Consob a Milano.

Marcegaglia, oltre a precisare che l’offerta deve essere ancora presentata, ha aggiunto che riguarderà livelli di produzione inferiori a quelli ipotizzati 18 mesi fa, mentre non ha voluto commentare sull’eventuale coinvolgimento di Leonardo Del Vecchio.

Marcegaglia e ArcelorMittal avevano già presentato un’offerta per Ilva due anni fa, poi però il progetto di vendita della più grande azienda siderurgica italiana, da tempo in crisi, era stato accantonato. Il bando varato dal governo a inizio anno prevede che la vendita o l’affitto del gruppo Ilva e di alcune singole società si concluda entro il 30 giugno, mentre le offerte vincolanti vanno presentate entro il 30 maggio.