articolo di Marco Colonna

Si riparla di tagli alle pensioni di reversibilità, non si parla di flessibilità in uscita e non si parla nemmeno degli 80 euro promessi e annunciati dal premier Renzi ai pensionati che percepiscono la “minima” (502 euro al mese nel 2015) e non è contenuto nessun riferimento alle pensioni dei “lavoratori precoci” e alla “quota 41”, che permetterebbe agli stessi di andare in pensione anticipata con il versamento di 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.

Sono queste le amare sorprese contenute nel Def (Documento di Economia e Finanza) , ovvero il principale strumento della programmazione economico-finanziaria nel medio termine proposto dal governo Renzi al Parlamento in queste ore.

Non c’è traccia degli 80 euro che il presidente del consiglio aveva detto sarebbero stati estesi anche ai pensionati e c’è un vago accenno alla riforma Fornero e alla flessibilità in uscita con, di fatto, un rinvio al 2018 per poter meglio studiare la compatibilità di finanza pubblica.

Nel documento economico-finanziario , che anticipa quelli saranno i temi della legge di Stabilità di cui si comincerà a discutere a settembre , non vengono sciolti i nodi tornati al centro dell’attualità politica: le pensioni e le pensioni di reversibilità, oggetto di tagli e mancata indicizzazione.

Proprio nei giorni in cui le statistiche di Bruxelles confermano che   la tassazione sulle pensioni in Italia è la più alta d’Europa , l’inflazione non è tenuta a freno e il carovita innesca il problema delle drammatiche difficoltà che sono costretti ad affrontare gli anziani per sopravvivere, curarsi e contribuire alla stabilità familiare.

La Rete dei Comitati degli Esodati che da anni si sta battendo per la tutela di tutti i lavoratori rimasti senza occupazione al 31 dicembre 2011 prima dell’approvazione della Legge Fornero annuncia l’ennesima mobilitazione e comunica che si svolgerà una manifestazione di protesta il prossimo 22 aprile con ritrovo dalle 10 alle 13 davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze, a Roma a via XX Settembre, per chiedere l’ottava salvaguardia. Un presidio a cui parteciperà anche una delegazione di lavoratori precoci.

In questa situazione di incertezza politica, ricorda la Rete, ci sono ancora 24mila persone a cui è stato negato, sino ad oggi, il diritto ad andare in pensione, che potrebbero essere salvaguardate senza ulteriori spese per lo Stato se il Fondo previsto dalla legge 228/2012, dedicato alla tutela della loro posizione, fosse ristorato delle risorse sottratte in modo indebito dal governo Renzi alla fine dello scorso anno.

E che ogni dichiarazione di Renzi si debba interpretare con una chiave di lettura elettorale è più di una certezza: l’ipotesi di allargare gli 80 euro anche alla platea delle pensioni minime coincideva con l’avvio della campagna elettorale del Pd alla e amministrative 2016 , così come il precedente annuncio degli 8o euro ai lavoratori dipendenti, che però ricevettero il primo versamento in busta paga proprio a partire dal maggio 2014, in prossimità delle elezioni!

Sulla questione delle tante situazioni di stallo previdenziale e il dibattito in corso sulle regole d’ingresso nell’Inps è intervenuto più volte l’Ugl e recentemente anche il Segretario Generale Francesco Paolo Capone, ricordando che su questi temi è già presente una grande partecipazione dal basso da parte dei lavoratori e degli iscritti che sono scesi in piazza Piazza Montecitorio, a Roma, poche settimane fa , per protestare contro le discriminazione che devono subire in materia di pensioni , retribuzioni e welfare migliaia di italiani.

Concretamente, riguardo agli esodati, l’Ugl ricorda che non si può violare un diritto acquisito “se i soldi ci sono devono essere usati per il fine al quale sono stati destinati” e “non si puo’ discutere di riforma pensionistica senza correggere i gravi errori che hanno lasciato in mezzo alla strada centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori”.