L’emergenza non riguarda solo il Cardarelli di Napoli ma affonda la sua lama tagliente nel cuore della sanità campana. Fino a quando il settore sarà gestito dalla politica e non da chi di competenza continueremo a chiudere presidi sanitari, reparti di primaria importanza per la tutela della salute e, a danneggiare sempre e solo i pazienti, le vere vittime di un sistema sanitario sempre più vulnerabile”.

Queste le parole di Franco Patrociello, segretario regionale dell’Ugl Sanità Campania, in merito al caos esploso in questi giorni all’ospedale Cardarelli di Napoli. Nuova emergenza, anzi un vero e proprio caos al pronto soccorso partenopeo: non c’è più posto per accogliere i pazienti. Non solo i letti disponibili nelle corsie, ma anche le barelle non trovano più spazio nella sezione di Chirurgia d’urgenza, spesso popolata da malati in codice rosso. Medici e infermieri fanno il possibile per garantire un’assistenza decente ai pazienti, ma con scarsi risultati: secondo la denuncia del quotidiano Il Mattino, vengono lasciati sulle lettighe delle ambulanze in attesa che si liberino i posti. Il Ministro della Salute Lorenzin ha già visitato l’ospedale e preso atto della situazione: la Regione Campania ha promesso di occuparsi della vicenda. Intanto qualche settimana fa, a fronte di 20 posti disponibili, c’erano ben 60 pazienti ricoverati nel reparto.

Una grave difficoltà su cui l’Ugl Sanità Campania aveva posto la massima attenzione anche negli anni precedenti

L’emergenza al Cardarelli non è una novità. La nostra organizzazione sindacale aveva già in passato denunciato una serie di problematiche che hanno messo in ginocchio il comparto. Se si continuano a chiudere dei reparti di vitale importanza come la chirurgia o la medicina generale (al Cardarelli), se persiste il blocco del turn over, se c’è carenza d’organico come si può rispondere alle emergenze?

Che bisogna fare?

Aprire anzitutto l’Ospedale del Mare, opera faraonica tanto pubblicizzata ma poi gettata nel dimenticatoio, perché non ci sono né fondi e né personale a disposizione. Aprire quella struttura, avere a disposizione almeno un altro pronto soccorso tamponerebbe, almeno in minima parte, il disagio che gli ammalati vivono quotidianamente. E’ assurdo continuare a parlare di tagli alla sanità colpendo e devastando servizi indirizzati ai pazienti. Gli sprechi si celano altrove”.

Che senso ha chiudere presidi ospedalieri per poi aprirne un altro? Se mancano fondi e personale…

“L’Ospedale del Mare era al centro di un piano regionale di riorganizzazione dei presidi ospedalieri sostanzialmente mancante dei suoi pezzi portanti, ma che intanto va avanti con la dismissione dei presidi sanitari sul territorio (come il San Gennaro e gli Incurabili). E’ giunto il momento di dare delle risposte immediate agli addetti ai lavori: serve un Piano Ospedaliero serio e congruo, che non preveda la chiusura di alcun ospedale. Ora la Regione Campania ha promesso di occuparsi della vicenda, che faccia il possibile per dare respiro ai tanti lavoratori del settore e a tutti coloro che usufruiscono di un servizio di primaria importanza come la sanità”.