“Una revisione della direttiva distacchi è necessaria visto l’impatto che ha su un numero crescente di lavoratori e sul sistema delle imprese, Tuttavia la proposta di modifica, pur presentando degli elementi positivi, sconta una erronea impostazione di fondo”.
Questo in sintesi il commento dell’Ugl oggi in audizione al Senato sulla proposta di modifica della cosiddetta ‘Direttiva Distacchi’. Presenti i segretari confederali Fiovo Bitti, Valentina Iori e Ezio Favetta.
“A distanza di venti anni, i flussi dei lavoratori in distacco non siano più univoci, dai Paesi neo comunitari verso i Paesi con economie più avanzate, coincidenti con il nucleo storico dei fondatori. Attualmente i lavoratori coinvolti sono 1.921.161 (dato 2014). Se è vero che la Polonia rappresenta il Paese dal quale parte il maggior numero di lavoratori distaccati, a seguire si posizionano Germania, Francia, Olanda, Spagna. Nelle prime dieci posizioni, fra i Paesi neo comunitari si posizionano soltanto Slovacchia (6° posto) e Ungheria (10° posto). L’Italia con circa 75mila invii è al 9° posto di una graduatoria che vede anche il Belgio al 7° posto, davanti al Portogallo. Si osserva come fra i primi dieci Paesi sei sono Partner storici con la sola aggiunta della Slovenia in luogo dell’Olanda. A fronte di ciò, la Commissione europea sostiene il principio che al lavoratore distaccato debbano essere garantite condizioni adeguate al costo e al tenore della vita nello Stato membro ospitante per tutta la durata della missione, similmente a quanto viene garantito ai lavoratori residenti. Tale principio, che a prima vista sembra essere condivisibile, alla luce dell’analisi dei flussi non lo è, in quanto al lavoratore distaccato andrebbero garantite le migliori condizioni normative e contrattuali praticate fra il Paese di origine e il Paese ospitante”.
L’Ugl, inoltre, sollecita la massima attenzione sulla congruità delle retribuzioni per mansioni di pari livello e categoria legale; sui temi della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro, con particolare riferimento ai dispositivi di protezione individuale; sulla formazione; sul rispetto della normativa in caso di subappalto e sui ricorsi impropri e non corretti alla somministrazione e al distacco transnazionale, in particolare, ma non solo, nel settore dell’autotrasporto e nelle esternalizzazioni. Si evidenzia come nel 2015 siano state accertate violazioni che hanno coinvolto 9.620 lavoratori, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Si evidenzia come nel 2015 siano state accertate violazioni che hanno coinvolto 9.620 lavoratori, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente.

Leggi il documento Ugl presentato in Commissione Lavoro al Senato