A febbraio torna a salire il tasso di disoccupazione, pari all’11,7% in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a gennaio.
E’ questa la fotografia scattata dall’Istat secondo cui i disoccupati sarebbero aumentati di circa 7mila unità, con un aumento percentuale dello 0,3%. La disoccupazione giovanile invece si attesta al 39,1%, registrando un lieve calo dello 0,1% su gennaio.
Secondo il segretario confederale dell’Ugl, Fiovo Bitti, “siamo in presenza di dati assolutamente in linea con le previsioni passate, quando avevamo detto che i posti di lavoro erano stati creati soltanto grazie alle forti iniezioni di risorse finanziarie in termini di decontribuzione e grazie all’escamotage del contratto a tutele crescenti, che è a tempo indeterminato soltanto nominalmente”.
Sugli ultimi dati, infatti, pesa il taglio agli incentivi per le assunzioni. Per i dipendenti a tempo indeterminato è il primo calo dall’inizio del 2015: Dopo la forte crescita registrata a gennaio 2016 (+0,7%, pari a +98mila), presumibilmente associata al meccanismo di incentivi introdotto dalla legge di Stabilità 2015, il calo dell’ultimo mese riporta i dipendenti permanenti ai livelli di dicembre 2015. Su base annua, a febbraio 2016 ci sono 96mila occupati e 238mila dipendenti a tempo indeterminato in più rispetto a dodici mesi prima. Si registra infatti una crescita su base annua degli occupati dello 0,4%, mentre calano sia i disoccupati (-4,4%, pari a 136mila in meno) sia gli inattivi(-0,7%, 99mila in meno). Nello stesso arco di tempo i dipendenti a termine diminuiscono di 39 mila unità e i lavoratori indipendenti di 103 mila.
Secondo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti “dopo i dati ‘positivi’ di gennaio, quelli diffusi oggi indicano che il mercato del lavoro continua a registrare oscillazioni congiunturali legate a una situazione economica che presenta ancora incertezze. Queste oscillazioni non modificano, comunque, la tendenza positiva dell’occupazione nel medio periodo”. L’Ugl però “guarda con forte preoccupazione ai prossimi mesi, considerando la totale assenza di confronto con il governo e il fatto che le imprese sembrano essere interessate soltanto ad abbattere il costo del lavoro e a non fare investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione. Senza dimenticare la totale assenza di iniziative per il Mezzogiorno, contro il cui declino è non solo possibile ma doveroso intervenire, come intende dimostrare il sindacato con l’iniziativa del SudAct”.
Secondo Renata Polverini, Vice Presidente della Commissione Lavoro e responsabile dipartimento nazionale politiche del lavoro e sindacali di Forza Italia “i dati Istat attestano una realtà ormai nota da anni: la disoccupazione torna ad aumentare prova tangibile dell’inutilità, come da sempre sostenuto anche da Forza Italia, del Jobs act.  Siamo di fronte all’ennesimo fallimento delle politiche economiche e sociali del governo e non bastano misure tampone per creare opportunità e sviluppo. L’Italia non è uscita dalla crisi, ma naviga ancora a vista. Se non si aggredisce questa situazione difficilmente si assisterà in tempi rapidi ad una vera ripresa dell’occupazione. L’Italia ha bisogno di veri piani di sviluppo non di pseudo riforme che hanno l’unico pregio di cambiare nome, ma non la realtà dei fatti. Le parole di Renzi e del suo Esecutivo all’inizioDisoccupazione potevano scuotere, ma oggi non è più sufficiente: invece di continuare a promettere si dovrebbero adottare scelte strategiche per rimettere in moto il Paese, soprattutto il sud dell’Italia che chiaramente fino ad oggi non è stato considerato quanto dovuto, ma che può essere un volano di sviluppo per tutto il territorio nazionale”.