IMG_8340

Il 24 marzo il nostro Sindacato compie sessantasei anni. É un compleanno importante perché il 2016 é destinato a rappresentare un punto di svolta per l’UGL che, risolte questioni “interne” sulle quali i nostri nemici avevano sin troppo speculato, può riprendere a pieno ritmo il proprio ruolo in difesa del mondo del lavoro. Nessuna Organizzazione che vuole andare lontano può dimenticare, peró, il suo passato e la missione per la quale è nata.

Per questo ci sembra opportuno iniziare a “festeggiare” questa data – che sicuramente vedrà altri significativi contributi di riflessione spero su queste stesse colonne – come quello che un ex Segretario Generale e fondatore della Cisnal, Gianni Roberti, scrisse in occasione del 25° anniversario della fondazione.

Buona lettura

Stefano Cetica

 

CONTINUITA’ IDEALE di Gianni Roberti

 Ricorre, il 24 marzo 1975, il venticinquesimo anniversario della fondazione della CISNAL.

Venticinque anni fa, dopo la frattura della fittizia unità sindacale costituita nell’immediato Dopoguerra sotto l’insegna della CGIL andavano delineandosi le varie articolazioni ideologiche e politiche del sindacalismo italiano, delle quali, dopo un confuso periodo di elaborazione, durato circa un biennio, ai primi del 1950 scaturivano le quattro centrali sindacali che, da allora, hanno caratterizzato la fisionomia del Sindacalismo in Italia.

I sindacati di matrice e di metodo marxista restarono riuniti nella CGIL, con la insegna rossa della falce e martello, sotto la guida di Giuseppe Di Vittorio; quelle che si ispiravano, invece, alla dottrina sociale cristiana, anche nei suoi sviluppi corporativi, della Rerum Novarum e della Quadragesimo anno, costituirono la CISL affidata a Giulio Pastore, proveniente dai Troupiers del sindacalismo cattolico; alcune correnti di un cosiddetto sindacalismo socialdemocratico si raggrupIMG_1643parono sotto l’insegna della UIL.

Le formazioni dei lavoratori che, invece, si ispiravano alla dottrina originale italiana del sindacalismo nazionale, si riunirono a Napoli, nella storica sala Maddaloni e si fusero tutte nella CISNAL (Confederazione Italiana Sindacati Nazionale dei Lavoratori) affidandone la segreteria generale ad un sindacalista di razza: Giuseppe Landi.

Non fu improvvisazione: da oltre un anno erano andati sorgendo in vari posti di lavoro nuclei di lavoratori entrati subito in polemica con le formazioni marxiste che tentavano di impossessarsi con la violenza del mondo del lavoro italiano.

Contemporaneamente una tormentata elaborazione di pensiero e di iniziative andava svolgendosi fra sindacalisti di provata esperienza e studiosi di dottrine sindacali.

Sorse, così, il MOSI ( Movimento sindacale italiano) che ebbe in un battagliero ed apprezzato periodico – “Vita del Lavoro” – la sua espressione giornalistica.

Il principio della partecipazione aziendale dei lavoratori e quello della libertà dell’organizzazione sindacale costituirono due capisaldi della nuova Confederazione, la quale, in breve volger di tempo, riuscì a coprire tutto il territorio nazionale e tutto l’arco dell’organizzazione del lavoro (agricoltura, industria, commercio, servizio, pubblica amministrazione).

Sarebbe lungo ricordare le varie fasi di questa nostra lunga battaglia. Basterà precisare, per sottolineare l’importanza della costruzione della CISNAL, nella storia del sindacalismo italiano, che, mentre la formazione della CISL e della UIL avvenne in conseguenza e su pressione di avvenimenti internazionali che caratterizzarono la rottura fra il sistema occidentale e la Russia sovietica, la CISNAL si manifestò come un fenomeno spontaneo del sindacalismo italiano.

La CISNAL rappresentò la sola realizzazione originale italiana del sindacalismo post bellico, ispirandosi ai principi del sindacalismo corridoniano ed alla nuova geniale concezione della partecipazione aziendale, che in Italia aveva avuto la sua prima tormentata sperimentazione.

Per tanto, essa costituì, sin dal suo sorgere, una bandiera ed un segnacolo di libertà per i lavoratori italiani, immune, come era e come è sempre stata da ogni soggezione ed influenza politica ed economica straniera. 

Tale funzione di insostituibile difesa della libertà dei lavoratori italiani la CISNAL ha assolto a caro prezzo e con gravi sacrifici in tutto il corso della sua venticinquennale esistenza e soprattutto in quest’ultimo decennio.

Se oggi, infatti, quel processo di unità sindacale marxista che – in base alle affermazioni chiaramente pronunziate da Lama nel recente congresso del PCI costituisce la sostanziale realizzazione del “compromesso storico” e cioè della presa di potere del comunismo non si è potuto ancora compiere, ciò che si deve anche alla resistenza e all’azione coraggiosa ed efficace della CISNAL.

La dura quotidiana battaglia da essa sostenuta a tutti i livelli, dalle fabbriche al Parlamento, in sede locale e in sede centrale, per affermare e realizzare, con la sua attiva presenza, la necessità di un’alternativa sindacale al monopolio della triplice comunista, ha mantenuto sempre aperta per i lavoratori la possibilità della scelta, mantenendo e neutralizzando quello stato di necessità che avrebbe dovuto fatalmente determinare il compimento del processo unitario di marca comunista.

Se oggi Scalia e compagni possono – finora solo verbalmente – manifestare il loro contrasto con il processo unitaIMG_1647rio riconoscendone i pericoli insiti nella sua caratterizzazione comunista, ciò si deve all’azione e alla presenza della CISNAL, al suo impegno e al suo crescente credito nel mondo del lavoro.

Sino a qualche anno fa, quando cioè si riteneva da tutti che il processo unitario marxista fosse irreversibile ed immanente, gli stessi Scalia se ne facevano apostoli e sostenitori, sicuri, come erano, che nessun altra formazione sindacale avrebbe potuto resistere alla travolgente pressione marxista e che, purtroppo, tutto il mondo del lavoro italiano sarebbe stato, in breve volgere di tempo, travolto e costretto a  seguire la rossa bandiera della Federazione unitaria marxista.

Perciò, con legittimo orgoglio, noi possiamo oggi, nella ricorrenza del venticinquennale della fondazione – ricordando con animo grato coloro che ci hanno preceduti e facendo affidamento sui giovani che seguiranno – constatare di affermare la validità attuale della funzione della CISNAL nel mondo del lavoro e guardare con serenità e fiducia agli inevitabili sviluppi che essa dovrà avere nel periodo che c’è dinanzi.

Ora il mito unitario marxista comincia a manifestare anche in Italia le sue debolezze e le sue contraddizioni, e possiamo constatare come i due pilastri ideologici, che hanno sempre guidato l’azione della CISNAL restano ancora le due più valide aspirazioni dei lavoratori italiani: la libertà sindacale e la partecipazione aziendale.