di Stefano Cetica

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L’attacco era atteso ma non abbastanza, almeno dalla Polizia belga, se i terroristi hanno potuto agire indisturbati in quelli che non potevano non essere considerati obiettivi strategici e a rischio. I morti di Bruxelles pesano e peseranno sulla coscienza dei vigliacchi che li hanno compiuti nel più alto disprezzo per la vita umana; ma è impossibile non pensare alle responsabilità degli investigatori e dei servizi della Capitale europea per il massacro di oggi. Sono stato li, proprio nei luoghi della strage, la settimana scorsa e non in un momento qualsiasi ma nel giorno in cui quattro terroristi, asserragliati dentro casa all’insaputa dei servizi segreti e della Polizia, uccidevano un agente che faceva irruzione nel loro appartamento. E sono ripartito il giorno in cui iniziava il vertice dei Capi di Stato UE. Immaginavo di trovare un aeroporto con il massimo stato d’allerta e una città in stato di assedio: niente di tutto questo. A Zaventem, il principale scalo del Belgio, tutto procedeva nella consueta routine e persino gli occhiuti doganieri sembravano più distratti del solito. Sono arrivato in città con il treno: la stazione centrale, a quell’ora, era popolata dai soliti barboni: della Polizia, nemmeno l’ombra. Attraversando il centro per arrivare in albergo incontravo, in una decina di minuti di tranquilla passeggiata per le vie del centro che costeggiano la Grand Place, solo una coppia di militari cui neppure la divisa mimetica conferiva un atteggiamento marziale.IMG_3247 Il giorno dopo prendevo la metropolitana per la ormai tristemente nota stazione di Maelbeek anch’essa assolutamente priva, come al solito, di qualsiasi sorveglianza. Le Istituzioni europee avevano messo sulle porte d’ingresso l’annuncio che il livello dei controlli era “giallo”: quindi nessuna verifica particolare per entrare o uscire oltre i soliti metal detector.

La mattina dopo utilizzavo la fermata di Schumann, quella che ti porta a dieci metri dalla Commissione: anche qui nessun tipo di controllo o presidio. Solo l’avvertenza che, in concomitanza con il Consiglio d’Europa che iniziava nel primo pomeriggio, la fermata sarebbe stata chiusa. Oggi la strage perpetrata con infame cattiveria da un gruppo ben organizzato di criminali terroristi affiliati, o almeno così dicono, all’IS. Mentre sale lo sgomento ed il cordoglio per i morti innocenti di queste ore e l’apprensione per i feriti non ci resta che sperare che il sogno europeo non si sia definitivamente infranto questa mattina proprio a Bruxelles.