“Entro il 2018 tutti i lavoratori in cassa integrazione e in solidarietà rientreranno in fabbrica”. Parola di Sergio Marchionne. E così il vertice di ieri a Torino tra i rappresentanti dei sindacati firmatari del contratto collettivo specifico di lavoro e l’amministratore delegato di Fca apre concretamente nuovi scenari per il futuro del più importante gruppo automobilistico.
Confermata, quindi, la mission della piena occupazione nei tempi previsti dal piano presentato a Detroit nel 2014. In un’ora e un quarto di faccia a faccia al Lingotto di Torino, presente anche il responsabile Emea di Fiat Chrysier Alfredo Altavilla, l’amministratore delegato di Fca ribadisce che l’aggiornamento del business pian “non comporta alcun ridimensionamento dei target economici”. Anzi, sono rivisti al rialzo. Poi il top manager, forte dei numeri dell’Acea che certificano Fca come quarto costruttore europeo, illustra le prospettive per gli stabilimenti italiani. La più rilevante, dicono i sindacati, è che anche Pomigliano e Mirafiori, concentrata sui modelli di fascia alta, saranno coinvolte nel piano del rilancio di Alfa Romeo insieme con Cassino dove, assieme alla Giulia, verrà prodotto il Suv del Biscione, che dovrebbe chiamarsi Stelvio. In arrivo ci sono altri sei modelli Alfa di cui due, proseguono i sindacati, saranno realizzati dopo il 2018.
Antonio Spera, segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici è pienamente soddisfatto dell’incontro e al termine dello stesso ha dichiarato: “Fca ha confermato tutti gli impegni per la completa saturazione degli stabilimenti italiani indicata per i prossimi tre anni e ciò sarà possibile grazie alla realizzazione di sei nuove linee Alfa, grazie alle quali gli impianti riusciranno a lavorare a pieno regime”.
In questo modo – prosegue il numero uno dell’Ugl Metalmeccanici – è stato confermato il piano di investimenti e di questo non possiamo che essere soddisfatti, perché le conferme da parte dell’ad di Fca sono l’attestazione del senso di responsabilità e della lungimiranza sia dei sindacati firmatari del piano industriale e del contratto collettivo specifico di lavoro sia dei tutti i lavoratori del Gruppo che hanno accettato anche alcuni sacrifici in vista di un futuro migliore”.