Foto Edmondo Zanini601Foto Edmondo Zanini611Contrattazione e rappresentanza

“Non è questione di avere nostalgia della concertazione, ma il dialogo sociale è lo strumento principe attraverso il quale il governo nella sua azione può trovare un confronto verso chi rappresenta il tessuto sociale dell’Italia“.
Chiaro e deciso Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, durante il suo intervento al convegno  – organizzato oggi all’interno di Palazzo Montecitorio, nella sala Aldo Moro –  dall’on. Renata Polverini, vice presidente della commissione lavoro e responsabile del Dipartimento nazionale politiche del lavoro e sindacali di Forza Italia. Il titolo dell’incontro “Contrattazione e rappresentanza, la via maestra del dialogo” ha riportato al centro del dibattito un tema fondamentale e vitale per ‘l’universo sociale’ ma che viene spesso gettato nel dimenticatoio.

“Il ruolo del sindacato e’ stato dal dopoguerra a oggi fondamentale per mantenere il paese stabile–  ha precisato il numero uno dell’Ugl –  sentiamo l’esigenza di confrontarci con il governo che pero’ non ha intenzione ne’ di ascoltare, ne’ di tener conto che la democrazia non e’ solo il voto di fiducia“.

Nell’era della globalizzazione e delle grandi trasformazioni strutturali, le spinte verso la flessibilità e la mobilità nel mondo del lavoro, l’incertezza e l’instabilità sociale che ne derivano e la conseguente esigenza di nuove forme di tutela, pongono con forza nell’agenda delle parti sociali e della politica la questione della rappresentanza e della contrattazione. Mentre il contratto nazionale resta necessariamente il fulcro della regolamentazione dei rapporti tra lavoratore e datore di lavoro, il corollario degli accordi stratificato nell’ultimo quarto di secolo non appare più utilizzabile di fronte all’irruzione di norme e di aziende che ha tolto centralità, per esempio, al tema dell’inflazione. Tutti gli attori in campo stanno cercando risposte alla necessità di interpretare i cambiamenti: ognuna, però, sembra volerlo fare a proprio conto. Se si è definitivamente chiusa l’epoca della ‘concertazione’ questo non vuol dire, però, sia necessario almeno provare a recuperare quel dialogo sociale che dovrebbe rappresentare la via maestra in una società complessa e articolata come la nostra. “Far ripartire il confronto tra chi rappresenta interessi deboli e diffusi e il legislatore non può che far bene alla democrazia e al mondo del lavoro e delle imprese”. Questa in sintesi la mission comune dei rappresentati sindacali e politici che nel pomeriggio di oggi hanno avuto modo di aprire una riflessione concreta sul tema della contrattazione e della rappresentanza.

E’ stato l’on. Renato Brunetta, Capogruppo alla Camera dei Deputati di Forza Italia a precisare che  “La mancanza di dialogo sociale è motivo di debolezza”.

Da parte dei sindacati  – ha aggiunto l’on. Polverini rivolgendosi ai leader di Ugl, Cgil, Cisl e Uil presenti in sala –  è necessario uno scatto d’orgoglio in un momento storico in cui il loro ruolo è messo costantemente a dura prova”
Infatti precisa la Polverini “in questa legislatura, il governo di centrosinistra ha deciso di interrompere non solo la concertazione ma persino il dialogo sociale. Ma c’è di più – non contento – l’Esecutivo ha deciso di intervenire a gamba tesa – attraverso il jobs act – sulle tutele più importanti per i lavoratori ed ha messo in discussione fondamenti del diritto costituzionale come il diritto di sciopero, addirittura con un decreto legge.”
Dopo anni di battaglie e anche di vittorie, come l’accordo di San Valentino del ’92 quando il sindacato si assunse una responsabilità insieme alle associazioni imprenditoriali o il patto per l’Italia nel 2002 durante il governo Berlusconi, ci troviamo di fronte a campagne diffamatorie nei confronti del sindacato nel vano tentativo di delegittimare quei corpi intermedi che rappresentano la spina dorsale di ogni democrazia“.

Sulla stessa linea d’onda tutti i protagonisti di questo serio, concreto e costruttivo dibattito. A partire proprio dall’on. Simone Baldelli, Vice Presidente della Camera dei Deputati che ha precisato: “In questi decenni abbiamo assistito a comportamenti estremi ed opposti da parte dei governi: da un lato il ricorso prioritario alla concertazione, che scavalcava il Parlamento e il dibattitto tra le forze politiche, o, dall’altro, l’assenza completa di dialogo con le forze sociali. Mi pare che in questo particolare momento storico ci troviamo esattamente in quest’ultima circostanza. Ed e’ singolare che un’occasione come questa per discutere con le forze politiche e con i vertici sindacali del paese di temi come la rappresentanza e la contrattazione venga offerta proprio da una esponente di una forza di opposizione, e non se ne faccia carico, invece, la maggioranza che sostiene il Governo”.
Proprio durante il convegno i rappresentanti sindacali di Cgil (Susanna Camusso), Cisl (Gigi Petteni) e Uil (Carmelo Barbagallo) hanno annunciato che metteranno in campo una mobilitazione per chiedere di modificare la legge Fornero sulle pensioni e di prevedere una maggiore flessibilità in uscita.

Ci siamo visti con Camusso e Furlan e abbiamo deciso di prevedere iniziative a breve. La flessibilita’ in uscita serve ora. Non possiamo aspettare una vita, il disagio e’ ora. Sono d’accordo una volta tanto con Boeri“, ha affermato Barbagallo. “A breve organizzeremo una mobilitazione“, ha aggiunto Camusso.

Gli altri protagonisti di questa importante giornata di confronto sono stati: l’on. Pier Paolo Baretta, Sottosegretario di Stato all’Economia e alla Finanza (Pd), Pierangelo Albini, Direttore Area Welfare e Lavoro Confindustria, l’on. Giuseppe Zappulla, relatore sulla Rappresentanza XI Commissione Lavoro Pubblico e Privato (Pd) e l’On. Roberto Simonetti, Capogruppo Lega Nord XI Commissione Lavoro Pubblico e Privato.