La “buona scuola” dovrebbe innanzitutto essere fondata su strutture solide e sicure di edilizia scolastica, lasciano invece a desiderare gli stanziamenti previsti dal Governo e finalizzati a opere di efficientamento e messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Il totale dei fondi impegnati dal 2014 ad oggi è pari a 4,4 miliardi, una cifra considerevole, ma non sufficiente rispetto alle esigenze e, comunque, messa assieme utilizzando risorse già stanziate. I fondi sono suddivisi in quattro modalità di finanziamento: i contributi statali a fondo perduto ammontano a 1.795 milioni, di cui 905 sono però mutui agevolati della Banca Europea per gli Investimenti, a totale ammortamento statale, poi ci sono fondi europei, per 1 miliardo di euro, fondi rotativi che anticipano soltanto risorse agli enti locali come quello di Kyoto, pari a 350 milioni, ed infine lo sblocco delle risorse degli enti locali pari a 1.480 milioni.
Di questi, però, la buona parte sono già stati utilizzati e per il 2016 le risorse effettivamente svincolate dall’intervento #Sbloccascuole ammontano a 480milioni, che sono costituiti grazie a una deroga ai vincoli di bilancio sulla base della Legge di Stabilità 2016. Si tratta, quindi, di fondi degli Enti Locali che in base ai vincoli del Patto di Stabilità non si sarebbero potuti spendere, non di disponibilità aggiuntive.
Quindi non si fa altro che tirare una coperta troppo corta da una parte e dall’altra tentando di coprire le annose esigenze di messa a norma degli edifici scolastici quando per raggiungere gli obiettivi di ristrutturazione delle oltre 41 mila sedi scolastiche sarebbero in realtà necessari altri 3 miliardi di euro.
Basti pensare che le richieste degli Enti Locali già ammontano a più di 1.800 per una cifra pari al doppio di quella messa a disposizione dal Governo, dimostrando ancora una volta che gli ottimistici annunci del premier Renzi si scontrano con una realtà più complessa e difficile del previsto.
Scuole in molti casi ai limiti dell’agibilità, con pericolo per la stessa sicurezza di docenti e studenti, scarso efficientamento energetico (si consideri che la mancata efficienza energetica produce, oltre che maggiore inquinamento, anche maggiori costi pubblici) ed infine necessità di costruzione di nuovi stabili. Tutte esigenze impellenti che devono, però fare i conti con risorse limitate ed insufficienti.
Occorre anche dire che un’altra criticità del sistema è costituita dalla farraginosità e molteplicità dei canali di finanziamento, che creano confusione anche a causa delle diverse procedure burocratiche, iter e scadenze da rispettare. Questa mancata chiarezza ha già generato la presenza di doppie richieste di finanziamento, con il rischio di vedere perduta anche una parte dei, già insufficienti, fondi. Il Governo sta tentando una razionalizzazione, con la creazione di un fondo unico per le risorse di provenienza statale, ma anche su questo fronte c’è ancora molto da fare per rendere il meccanismo dei finanziamenti maggiormente efficiente.scuola
In merito allo #sbloccascuole abbiamo sentito il Segretario Generale della Federazione UGL Scuola, Giuseppe Mascolo: “Apprezziamo l’impegno, ma, dato il fatto che oltre il 90% delle scuole non sono a norma, le somme messe a disposizione sono purtroppo sempre troppo poche. Inoltre – ha proseguito il sindacalista – essendo gli edifici scolastici di proprietà degli enti locali si genera un vero e proprio rimpallo di competenze fra enti locali e centrali. Tutto ciò allunga le tempistiche per intraprendere azioni di ristrutturazione, impedisce una piena assunzione di responsabilità e determina l’assenza di un referente unico al quale gli utenti possano segnalare e poi chiedere conto di eventuali problematiche”.