Confronto, investimenti e una visione strategica di politica industriale. Sono queste le premesse, secondo le organizzazioni sindacali, per un’‘Industria 4.0’. In audizione alla Commissione attività produttive della Camera l’Ugl, rappresentata dal segretario confederale Fiovo Bitti, ha spiegato che “la crescita e l’innovazione tecnologica sono una opportunità, anche sotto il profilo occupazionale, purché siano messi in campo degli strumenti – dalle risorse per la formazione e l’infrastrutturazione all’attuazione dell’articolo 46 della Costituzione sulla partecipazione dei lavoratori per favorire relazioni industriali più efficaci ed efficienti, passando per la riqualificazione dei dipendenti pubblici e il rinnovamento della pubblica amministrazione – con l’obiettivo di guidare e monitorare il cambiamento”. bitti audizione
Nel documento, l’Ugl sottolinea che “si tratta di una partita complessa da giocare contemporaneamente su più campi: a livello di Unione Europea, di sistema Paese, di lavoratori e delle imprese, come consumatori consapevoli e tenendo conto della sicurezza collettiva e individuale. L’Italia si presenta in forte ritardo, al di là di alcune esperienze positive. Il documento del Governo è appena abbozzato e deve essere riempito di contenuti e di atti consequenziali. In assenza di investimenti, molte aziende ed intere filiere saranno tagliate fuori dai mercati, con tutto quello che ne deriva in termini di minore occupazione. Sorprende, in un’ottica di Industria 4.0, l’intempestività della decisione di Eni di dismettere la propria partecipazione in Versalis che rappresenta la chimica in Italia, come anche la manifesta volontà dell’esecutivo di fare cassa cedendo quote in Poste italiane, in Enav e in Ferrovie dello Stato, tutte infrastrutture strategiche”.

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