di Barbara Faccenda

Donald Trump non varca le linee le cancella. Ogni occasione è buona per insultare, diffamare, prendere in giro e offendere i suoi concittadini. La mancanza di specificità è quello che realmente distingue Trump.La sua eccezionalità inizia ad apparire sempre più come un culto della personalità che come un fenomeno politico. Le critiche non lo toccheranno mai. Successo come uomo d’affari e di grande ricchezza, una storia criticabile e assolutamente nessuna esperienza politica, unitelo a una mancanza di educazione e di decoro che ci si aspetta dai contendenti alla carica presidenziale ed ecco servita la miscela Trump.Molti hanno sottostimato Trump, assumendo che la sua retorica offensiva, impertinente, brutalmente onesta, superficiale l’avrebbe portato velocemente fuori dalla gara. Niente era più lontano dalla realtà. Il tempo è trascorso, la sua popolarità è cresciuta. Dopo aver perso in una gara controversa con un più ambiguoTed Cruz in Iowa, Trump ha continuato a vincere nello New Hampshire e ancora in South Carolina. (http://www.ansa.it/usa_2016/notizie/italia/2016/02/20/usa-2016-via-a-voto-primarie-south-carolina-e-caucus-nevada_879674f2-cd44-466f-a5ef-8615a2868c5c.html)
Questo successo è indiscutibile; ha costruito in qualche maniera un muro per combattere la saggezza comune.
Il segreto della campagna di Trump è il suo ottimismo inarrestabile. Non importa se mancano piani reali, programmi genuini o consiglieri identificabili, perché questi limiti sono i suoi punti forti. Se lui fosse stato meglio ancorato alla realtà come gli altri candidati, tutta quella responsabilità avrebbe pesato e tirato giù la sua mongolfiera elettorale. La qualità della sua politica ad hoc, gli eterni piagnistei e le sue contraddizioni, permettono a Trump di accedere a tutti gli strumenti associati ad un venditore o un genio della truffa. Trump ha solo bisogno di dire ai suoi sostenitori quello che pensa e quello che si vogliono sentire dire e confeziona il tutto in una sbruffonata che viene servita tanto bene in tv e nel materiale pubblicitario.
La mancanza di specificità delle sue proposte è quello che veramente distingue Trump. Egli fornisce simboli emotivi dove ci sono idee politiche confuse. Un’altra caratteristica peculiare di Trump è quella di dare risposte in forma breve alle domande politiche: un trucchetto preciso nell’utilizzo della parola “best”, che indentifica contemporaneamente la sua posizione ed etichetta i suoi avversari come “worst” (peggiori).
Non importa la divisione dei poteri, i controlli e i bilanciamenti e l’inerzia burocratica: Trump incoraggia i suoi sostenitori a pensare che assumerà il potere per risolvere tutti i problemi della nazione. La promessa che tutte le cose verranno fatte contiene un’attrazione speciale nella cultura basata sulla lamentela. “Troppo traffico, troppi ritardi degli aerei, crimine è fuori controllo, i musulmani stanno per prenderci, i posti di lavoro stanno svanendo e così via”. Sempre lì con una soluzione semplice, Trump rende semplici le angosce dei suoi sostenitori con promesse aggiuntive.
Trump ha sempre saputo cosa mettere in uno show, sembra che lui vada in onda su frequenze separate una per i suoi oppositori e una per i suoi sostenitori. Quello che i primi sentiranno quando si sintonizzeranno sarà negatività, razzismo, messaggi sciocchi e improbabili perché loro sanno che l’America non è iTrump_lametasocialen declino. Invece alle orecchie dei suoi seguaci, lo stesso testo, un po’ trash, arriva su una frequenza differente, con un suono positivo, fiero, un piano d’azione di un patriota che può fare. I sostenitori di Trump, familiari con gli insulti teatrali prendono i suoi eccessi verbali molto meno seriamente di quanto facciano i suoi avversari. I suoi simpatizzanti non hanno fatto richieste a Trump di provare finanche una comprensione dimostrativa di come la politica pubblica funzioni, permettendogli di prendere posizioni viscose e fluttuose su questioni come il controllo delle armi, l’Iraq o l’assicurazione medica.
In South Carolina la sua vittoria è impressionante in sé stessa in quanto è avvenuta in uno stato che ha chiare correnti che avrebbero favorito altri candidati. Jed Bush avrebbe dovuto vincere perché suo padre e suo fratello sono stati vincenti in questo stato e restano molto amati. Marco Rubio avrebbe dovuto vincere in South Carolina perché il taglio della sua politica estera si connette bene con uno stato orientato alla difesa e Nikki Haley, il popolare governatore repubblicano si era schierato con lui. Ted Cruz avrebbe dovuto vincere perché il suo elettorato repubblicano è fortemente conservatore e sproporzionatamente cristiano evangelico.
Donald Trump è un uomo d’affari di New York, diversi divorzi, una relazione debole con la religione, una storia di supporto alle cause liberali, tratti che tipicamente non sono in sintonia con i repubblicani del South Carolina. Le persone non stanno rispondendo al suo messaggio necessariamente in virtù della sua sostanza, ma perché li fa sentire nel modo in cui si vogliono sentire.
L’unica cosa che la vittoria incredibile di Trump in South Carolina ci dice è che le primarie repubblicane continueranno ad essere un incredibile caos.