di Sabina Andreuzzi

Un recente articolo del Sole 24 Ore fornisce i dati – elaborati dalla Ragioneria Generale dello Stato e dal Ministero dell’Economia – relativi alla spesa corrente ed alla spesa per investimenti sostenute dai Comuni capoluogo di provincia nello scorso anno 2015.
Se è vero, come titola il quotidiano di Confindustria, che in linea generale le spese per gli investimenti (e quindi per opere infrastrutturali, fabbricati, beni culturali ed opere per la sistemazione del suolo) dei Comuni sono in aumento, è purtroppo altrettanto vero che la forbice fra il Centro-Nord del Paese ed il Mezzogiorno resta ancora molto significativa. Un’analisi quella effettuata dall’IPER UGL che conferma quanto abbiamo sostenuto più volte durante il ciclo di convegni “Sudact – Nove proposte per il Mezzogiorno”.
Proprio le città del Sud, che avrebbero maggiormente bisogno di investimenti per colmare il divario infrastrutturale che le separa dal resto d’Italia, sono infatti in fondo alla classifica della spesa per gli investimenti. Se nelle città del Nord la spesa media pro-capite dei Comuni per gli investimenti è di 256,85€ e in quelle del Centro di 272,13€, nei Comuni capoluogo di provincia del Mezzogiorno la cifra investita si attesta ad una ben più scarna media di 170,71€, come è stato verificato da un’analisi del centro studi IPER UGL.
Al di là del dato della città dell’Aquila, impegnata nella difficoltosa opera di ricostruzione dopo il terremoto del 2009, si osserva, analizzando le cifre relative alla spesa di ogni singolo capoluogo di provincia, che a fronte di una città come Monza, prima in classifica con una spesa di 648,87 € pro-capite per investimenti, in fondo alla lista delle 101 città prese in esame, si colloca Trapani con soli 27,48 €. Un divario macroscopico, che rappresenta in modo emblematico il persistere di un Paese a due velocità.

Tabella elaborata dall'IPER UGL

Tabella elaborata dall’IPER UGL

Nel mezzo, ovviamente, si situano tutti gli altri capoluoghi con dati intermedi, ma con la costante di un Sud relegato quasi sempre ai livelli più bassi della classifica. Nello specifico, a Isernia la spesa corrente in milioni € è di 12,2, le spese per investimenti sono di 1,4 e la spesa per abitante è pari a 622,65€. Sempre al Sud, Vibo Valentia registra una spesa correte di 19,5, spese per investimenti di 5,6 e una spesa per abitante pari a 738,24€.
Il dato non cambia prendendo in esame la spesa corrente (ossia spese per il personale, i consumi, contratti di servizio, trasferimenti, interessi e imposte), che, anche in questo caso, è mediamente più alta al Centro-Nord rispetto al Sud. Al Nord, infatti, la spesa corrente media pro-capite è di 1293,12€, al Centro di 1161,51€ ed al Sud di 924,59€, con ciò sfatando anche il luogo comune di una spesa pubblica per il mantenimento del cosiddetto “apparato” più onerosa nelle regioni meridionali. Si pensi ad esempio a Belluno, dove la spesa corrente in milioni € è di 22.
In conclusione, non resta che invitare il Governo e gli Enti Locali ad un maggiore investimento nel Sud del Paese, ricordando che solo colmando le lacune infrastrutturali ed organizzative del Mezzogiorno se ne potrà finalmente cogliere l’immenso patrimonio, a beneficio non solo della popolazione meridionale, ma dell’intero Paese.