di Caterina Mangia

La chimica è un settore strategico: il Governo ed Eni non possono abbandonarlo.
Questo il messaggio che il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone e il segretario nazionale dell’Ugl Chimici, Luigi Ulgiati, hanno rivolto al Capo dello Stato al termine del convegno organizzato oggi dal sindacato a Gela, dal titolo “Vertenza Gela, sviluppo e occupazione”.
La riunione odierna si inserisce nel più ampio contesto di una mobilitazione sul futuro della chimica organizzata dalla Confederazione e dall’Ugl Chimici su tutto il territorio nazionale. In calendario un secondo appuntamento domani, 18 febbraio a Mantova, alla presenza di Francesco Paolo Capone e della categoria Metalmeccanici dell’Ugl, mentre per venerdì 19 febbraio è stato indetto uno sciopero nazionale dall’Ugl Chimici contro le dismissioni nel comparto, “per sensibilizzare le istituzioni, Eni e l’opinione pubblica a scommettere sulla chimica, ad impegnarsi per un suo rilancio nei fatti possibile e a non lasciare al proprio destino decine di migliaia di lavoratrici e di lavoratori in tutta Italia”.Tutti Gela
“Il comparto sta vivendo una stagione difficile, causata anche dall’andamento dell’economia internazionale e in particolare dal basso prezzo del petrolio”, hanno scritto in una nota i sindacalisti, aggiungendo che “questo non giustifica l’abbandono da parte di Eni della Chimica che avverrà con le dismissioni da Versalis, il disinteresse del governo nazionale e anche, come nel caso di Gela, le farraginosità di una pubblica amministrazione che diventa ostacolo, invece di essere volano di sviluppo, per la realizzazione di importanti accordi di programma”.
“In questa settimana di mobilitazione dell’Ugl Chimici che la Confederazione ha scelto di sostenere – spiegano Capone e Ulgiati -, stiamo raccogliendo gli allarmi e le preoccupazioni delle lavoratrici e dei lavoratori. Dopo la richiesta di incontro inascoltata che abbiamo rivolto al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ci rivolgiamo al presidente della Repubblica, affinché intervenga per salvaguardare un settore strategico per tutta l’industria”.
“Ci rivolgiamo al Capo dello Stato – aggiungono – perché l’abbandono della chimica, a cui sono legati altre importanti realtà industriali a partire dalla metalmeccanica fino ad arrivare all’agroalimentare, potrebbe innescare un pericoloso effetto domino che l’Italia già a rischio desertificazione industriale, in cerca di sviluppo e occupazione, non può permettersi”.
Quello di oggi è stato un dibattito sentito e partecipato, che ha visto numerosi interventi tra cui quello del sindaco di Gela Domenico Messinese, a dimostrazione del fatto che la vertenza Gela non è sentita solamente dalle migliaia di lavoratori diretti e dell’indotto, ma dal territorio nella sua interezza.
Il caso della Raffineria non è archiviabile come questione meramente locale perché denota difficoltà più generali: “Il problema di Gela è il problema della Sicilia e del Meridione”, ha dichiarato al termine del convegno Giovanni Condorelli, segretario confederale dell’Ugl con delega alle Politiche del Mezzogiorno aggiungendo che “se vogliamo che la chimica e l’industria abbiano un futuro in Italia, si deve chiedere a gran voce al Governo una pianificazione industriale strategica e una serie di investimenti per i comparti trainanti della nostra economia e del Sud. L’Esecutivo continua invece a ostentare totale indifferenza sul rilancio di settori chiave per il sistema Paese, così come sulla ‘questione meridionale’ nel suo complesso”.
“A differenza di chi sostiene che l’Italia sia uscita dalla crisi – ha poi sottolineato Condorelli – noi continuiamo a gestire situazioni di grande preoccupazione e disperazione. La vertenza Gela si somma a quella di Alcoa, di Ilva e ad oltre cento storie di crisi aziendali in attesa di soluzioni al ministero dello Sviluppo Economico”.
Al termine del convegno il segretario nazionale dell’Ugl Chimici, Luigi Ulgiati, ha sottolineato che “la preoccupazione principale emersa dal dibattito di oggi riguarda l’assenza di una programmazione strategica per il settore chimico e le intenzioni di Eni, che non deve dismettere diventando soltanto una ‘oil company’. Con lo sciopero di venerdì prossimo metteremo l’Esecutivo di fronte agli interrogativi sul futuro del comparto e chiederemo che una realtà fondamentale sia sotto il profilo occupazionale che sotto quello economico come Eni sia sempre più presente in ambito industriale nel nostro Paese”.
Ulgiati si è poi concentrato sulla vertenza Gela: “siamo in attesa del prossimo incontro che si terrà il 24 febbraio al Mise per la verifica del protocollo di intesa siglato il 6 novembre 2014. Chiederemo la calendarizzazione e l’accelerazione delle autorizzazioni e degli investimenti, perché soltanto così potremo dare una boccata di ossigeno al territorio”.
Anche Giuseppe Messina, responsabile dell’Ugl Sicilia, ha espresso preoccupazione per i lavoratori della Raffineria di Gela: “molti di loro vivono una situazione inaccettabile e sono senza un sostegno al reddito, l’indotto è praticamente fermo. La vicenda dell’Eni in Sicilia non si Ferma a Gela, ma coinvolge anche Priolo Gargallo, Melilli e Augusta; guardando oltre la nostra regione, è chiaro che manca una politica strategica nazionale sulla chimica e sull’industria manifatturiera nel suo complesso”.