Frena la crescita italiana. Dati deludenti, infatti, quelli diffusi dall’Istat in merito agli ultimi mesi del 2015. Il Pil, nel quarto trimestre dello scorso anno, è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente risultando quindi inferiore rispetto alle previsioni. La crescita su base annua si è attestata invece all’1%.
“Non è frutto del caso – ha spiegato il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone – se oggi il governo Renzi si ritrova con un Pil inferiore alle attese, perché ha pensato di surrogare la politica industriale con il Jobs Act e di abbattere, invece di rafforzare, le ultime tutele rimaste sul lavoro, scelta da cui dipende la debolezza del mercato interno. Chi pretende coraggio dagli altri (Ue), dovrebbe iniziare a dimostrarlo per primo”.
La percentuale che viene fuori dall’Istat “è più bassa della previsione del governo”, ha commentato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. “Avrei preferito vedere un decimale in più piuttosto che in meno, ma come si sa i decimali contano poco, l’importante è la direzione di marcia. La crescita, dopo tre anni di profonda recessione, è confermata e rafforzata nel 2016″, ha sottolineato.
Una variazione congiunturale, sottolinea l’Istat, che è “la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’industria e di aumenti in quelli dell’agricoltura e dei servizi. Dal lato della domanda, vi e’ un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte), più che compensato dall’apporto positivo della componente estera netta. Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,2% negli Stati Uniti e in Francia e dello 0,5% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento dell’1,9% nel Regno Unito, dell’1,8% negli Stati Uniti e dell’1,3% in Francia.
“Per Renzi e il suo Governo oggi la doccia, più che fredda, è gelata”. Così in una nota la deputata di Forza Italia, Renata Polverini, vice presidente della Commissione Lavoro. “L’Esecutivo ha costruito tutti i suoi conti su un tasso di crescita totalmente sbagliato. Il risultato è che il Paese non sta reagendo e che le misure messe in campo fin ad ora non sono sufficienti. Ci vuole molto di più di un regalo in busta paga o delle mance elargite in questi anni: è inutile tentate di tamponare senza avere le risorse adeguate ostentando poi un ottimismo fuori luogo. Il motore Italia è ancora fermo: il Governo ha sbagliato agenda e questi sono i frutti”.
Sempre secondo Capone “a peggiorare il quadro non c’è solo l’andamento dei mercati internazionali; il governo sa benissimo, da tempo, che il mercato interno è fermo e lo è perché si continuano a tagliare diritti e servizi, ad aumentare le tasse, a congelare i contratti nella pubblica amministrazione, a ritardare l’uscita dal mondo del lavoro e parallelamente a impoverire le pensioni”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aggiunge, “invece di abbandonare queste politiche, ha scelto di confermarle, peggiorandone addirittura alcuni aspetti. Tutto ciò è stato compensato, non con la politica industriale o con gli investimenti, ma con bonus e decontribuzioni entrambi inefficaci”.
Oggi, intanto, Renzi ha incontrato il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz. Al centro dell’incontro la crescita, l’austerità e le polemiche che oppongono l’Italia a Bruxelles. “L’Italia – ha spiegato il premier – è convinta dell’importanza dell’Europa ma occorre cambiare la direzione di politica sociale ed economica. L’Europa deve occuparsi un po’ meno delle regole sulle banche e un po’ di più di lavoro e famiglie”. Per il presidente del Consiglio serve “un’Europa più sociale e meno finanziaria”.
Pressioni quelle del premier che per Capone ” non possono essere convincenti se poi nel suo Paese le poche riforme economiche realizzate si situano tutte nel solco del liberismo più sfrenato”.