Sviluppo, equità, efficienza.
Sono queste le tre parole d’ordine al centro della relazione con cui il Segretario Generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, ha aperto i lavori della prima giornata del Consiglio Nazionale a Chianciano.
Per il numero uno dell’Ugl, anche se il 2015 “è stato un anno caratterizzato dalla costante narrazione dell’ottimismo”, il peggio “non è ancora alle spalle” e un sindacato come l’Ugl “non deve risparmiarsi” nelle azioni da intraprendere per il rilancio del Paese: “abbiamo la necessità di definire – perché è un preciso compito del Consiglio Nazionale – le politiche sindacali da mettere in campo nell’immediato futuro e tracciare il nostro orizzonte nel medio tempo”.
Sul versante dello sviluppo, per Capone la priorità è il Mezzogiorno: “dando seguito ai contenuti del Sudact, dovremmo intensificare le attività sui territori portando le nostre proposte sull’ambiente, le infrastrutture, il lavoro, la cultura, la filiera agroalimentare, il welfare, i fondi sociali”. Inoltre l’Ugl continuerà a fare il possibile affinché la vicenda Versalis e la vertenza Ilva trovino soluzione.
“Ma lo sviluppo – spiega Capone –passa anche dalla qualità delle relazioni industriali”: sulla riforma della contrattazione uno dei punti su cui puntare necessariamente per Capone è la partecipazione, da sempre cavallo di battaglia dell’Ugl, che non si deve ridurre a “mere pratiche di informazione: siamo convinti che ci sono spazi sufficienti per ribadire la centralità della partecipazione alla gestione dell’impresa, così da indirizzare le scelte strategiche del management”.
Per quanto riguarda la seconda parola d’ordine, equità, Capone ha spiegato che l’Ugl continua a “sostenere l’adozione di una riforma fiscale vera, basata sul quoziente familiare”; il sindacato prosegue inoltre nell’incalzare il Governo affinché “intervenga sulla flessibilità in uscita”. Per il Segretario Generale “equità vuol dire anche lotta al sommerso e all’evasione”, quindi anche contrasto al caporalato, “sulla scorta di quanto abbiamo fatto ad agosto riuscendo a riportare il tema nell’agenda politica”.
Il terzo punto, quello sull’efficienza, “si gioca in larga parte sulla capacità di rinnovare la pubblica amministrazione”, anche se “purtroppo dal Governo non arrivano le parole attese” o rassicurazioni riguardanti “il futuro di centinaia di migliaia di dipendenti delle partecipate”.
Ancora, efficienza vuol dire “investimenti nelle infrastrutture materiali ed immateriali”: “con il Sudact abbiamo evidenziato come servano 60 miliardi di euro per adeguare le infrastrutture soltanto nel Mezzogiorno”.
In ultimo, un’importante sfida è quella di garantire i livelli essenziali delle prestazioni, a prescindere dalla residenza o dalla capacità contributiva”.
“Ci hanno raccontato che la ripresa si stava ormai consolidando, che i consumi erano ripartiti a ritmi elevati, che l’occupazione stava tornando a crescere. Quello che non ci hanno raccontato – ha spiegato Capone –è che quelle stesse condizioni che hanno favorito una lenta risalita sarebbero presto diventate zavorra”.
I problemi atavici dell’Italia, a parere di Capone, non possono dirsi risolti: “Il rapporto sulla sostenibilità fiscale 2015 pubblicato dalla Commissione europea ci rammenta, testuali parole, che il debito pubblico italiano resta molto elevato e rappresenta una grande fonte di vulnerabilità per la nostra economia”.
Altro problema atavico riguarda il fatto che l’Italia continua a viaggiare a due velocità: “c’è un Nord che sta, faticosamente, risalando la china e c è un Sud che, al contrario, continua ad arrancare: il Mezzogiorno è la più grande sfida cui siamo chiamati a rispondere. Favorire i processi produttivi e incentivare le eccellenze nelle regioni meridionali è la priorità per confidare in un Paese finalmente in salute”.
A questo scenario di per sé difficile si aggiunge la riduzione delle tutele contrattuali introdotta dal Jobs Act, “la più grande di tutte le favole che ci hanno raccontato”: “meno diritti – ha spiegato il sindacalista – è uguale a maggiori rischi e bisogna agire in fretta per invertire la rotta”.