di Barbara Faccenda

Sembra un secolo fa quando si discuteva della tenda di Gheddafi a Villa Pamphili, delle amazzoni, ed invece in questi giorni assistiamo a qualcosa di peggio, se possibile. Il nostro paese, firma contratti per un totale di 17 miliardi di euro con la Repubblica Islamica dell’Iran e, perché si era detto di non finanziare i terroristi o gli stati che li finanziano e supportano, di combattere il terrorismo con la cultura, al passaggio del presidente Rohani sono state coperte alcune statue di nudi ai musei capitolini. Dei 7 accordi istituzionali e 10 industriali firmati ne citiamo alcuni: 3 tra l’Iran e la Regione Friuli Venezia Giulia e il porto di Trieste: in favore di Saceper 564 milioni di euro. La Saipem ha firmato due protocolli d’intesa con la National Gas Company e con la Persian Oil&Gas per larealizzazione di un gasdotto e per l’ammodernamento delle raffinerie di Pars Shiraz e Tabriz. La joint venture partecipata da Finmeccanica in accordo con la Meraj Airlines per una commessa da 400 milioni per 20 ATR. Il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, e il suo omologo iraniano Abbas Akhoundi hanno firmato un protocollo di intesa in cui Ferrovie dello Stato Italiane svolgerà un ruolo principale per lo sviluppo della rete ferroviaria iraniana. Itinera, la società di costruzioni del gruppo Gavio, ha firmato intese con alcune fra le principali società di costruzioni iraniane per lo sviluppo congiunto di grandi progetti infrastrutturali ed in particolare nei settori trasporti/ferrovie per un valore complessivo di 4 miliardi di euro. La controllata di Fincantieri, Isotta Fraschini, ha messo a segno un’intesa con Wagon Pars per 70 locomotori e con ArkaTajaratQeshm per 600 propulsori marini per un valore di 400 milioni. (http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Italia-Iran-siglati-7-accordi-istituzionali-e-10-industriali-564-milioni-di-euro-alla-Sace-In-occasione-della-visita-in-Italia-del-presidente-Iran-Hassan-Rouhani-437c80ea-e8f3-4489-a014-8266adf3e075.html).
Risulta necessario riflettere sul perché questa mossa del governo italiano potrebbe risultare indecente. È indispensabile tenere in considerazione tre punti importanti: il sistema politico della Repubblica Islamica dell’Iran, le relazioni Teheran – Mosca e le sistematiche e gravi violazioni dei diritti umani da parte dell’Iran.
L’Iran è una teocrazia islamica, in cima alla struttura politica c’è il Leader Supremo, Ayatollah Ali Khamenei, che è succeduto a Ayatollah Ruhollah Khomeini, il padre della rivoluzione iraniana. Ha mostrato una notevole abilità machiavelliana nello sbaragliare in un solo colpo tutti i rivali interni ed esercitare potere senza dover dare conto a nessuno. Leader Supremo dal 1989 è il secondo autocrate nel Medio Oriente che governa così a lungo, dopo il sultano dell’Oman Qaboos. Non ha mai lasciato l’Iran da quando è diventato Leader Supremo. Criticare il pubblico il Leader Supremo è garanzia di essere messi in prigione direttamente, senza passare dal via.
Secondo la Costituzione iraniana, il Leader Supremo è responsabile per la delineazione e la supervisione delle “politiche generali della Repubblica Islamica dell’Iran”, ciò significa che stabilisce il tono e la direzione delle politiche interne ed estere dell’Iran. Il leader supremo è anche comandante in capo delle forze armate e controlla le operazioni di intelligence e di sicurezza della Repubblica; da solo può dichiarare guerra o pace. Ha il potere di nominare e licenziare i leader del sistema giudiziario, della radio e televisione di stato, e il supremo comandante delle guardie rivoluzionarie. Determina quali candidati sono qualificati per ricoprire incarichi nei pubblici uffici.
La sfera di potere del Leader Supremo si estende attraverso i suoi rappresentanti, stimati nel numero di 2,000 sparpagliati per tutti i settori del governo che servono come operativi in campo del Leader. In un certo qual modo questi rappresentanti sono molto più potenti dei ministri e hanno l’autorità di intervenire in ogni materia di stato in vece del Leader Supremo. Sotto il controllo del Leader Supremo ci sono fondazioni (bonyads) in cui operano centinaia di imprese in cui è distribuito circa metà del budget di stato e contano per il 40% dell’economia. L’intero potere esecutivo è subordinato al Leader Supremo, l’Iran èl’unico stato in cui il potere esecutivo non controlla le forze armate. Il Presidente invece è responsabile per le politiche economiche del paese.
Le relazioni Iran – Russia. Putin ha visitato l’Iran lo scorso novembre, la prima visita del presidente russo dal 2007, ed è l’ultima indicazione che i legami tra i due paesi godono di ottima salute. Sebbene non abbia prodotto nessun accordo o decisione, conferma la forza dell’allineamento Iran – Russia. Se volete una prova ancora più chiara la potete trovare nella dichiarazione del rappresentante iraniano dell’organizzazione per l’energia atomica che ha annunciato che la Russia inizierà presto a costruire due nuovi reattori in Iran. Il governo russo ha intrapreso azioni preventive per fortificare le sue posizioni economiche e diplomatiche in Iran: appoggiato la membership dell’Iran nello SCO (Shanghai Cooperation Organization) e la partecipazione ai negoziati sulla Siria. Anche se le vendite di petrolio e gas iraniani saranno in competizione con le esportazioni russe, le imprese energetiche russe hanno messo al sicuro contratti (di svariati milioni di dollari) per rianimare la produzione di idrocarburo in Iran. L’intervento militare russo in Siria, ha fatto della Russia e dell’Iran degli alleati militari de facto in difesa del regimo di Bashar al – Assad. In questa coalizione la Russia,chefornisce il supporto aereo conta sull’Iran ed il suo partner Hezbollah (organizzazione/partito politico estremista che usa il terrorismo come tattica, di natura islamico – sciita, nato e operativo in Libano)per il supporto di terra.
Le sistematiche e gravi violazioni dei diritti umani dell’Iran. Proprio alla fine del 2015, il Segretario Generale delle Nazioni Unite e lo Special Rapporteur delle Nazioni Unite si sono pronunciati sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica Islamica dell’Iran. Ognuno di loro ha riportato una serie di pratiche nel paese che minano seriamente il diritto alla vita, la libertà dalla tortura, la libertà di espressione, associazione, assemblee pacifiche, religione e credo, il diritto ad un equo processo, così come diritti di educazione e alla salute. Lo Special Rapporteur cita anche la discriminazione basata sul sesso, sulla religione e sull’etnia. Malgrado questo, le autorità iraniane hanno rigettato in pieno o in parte la maggior parte delle raccomandazioni che riguardano il secondo ciclo della Universal PeriodicReviewdelle Nazioni Unite sui diritti umani. Non si sono curati neanche delle raccomandazioni sui diritti civili e politici. Il paese ha avuto un incremento dell’uso della pena di morte: tra il 1 gennaio e il 1 novembre 2015 hanno giustiziato 830 persone, compreso minori. La maggior parte delle esecuzioni sono per crimini legati alla droga in palese violazione del diritto internazionale che vieta la pena di morte se gli illeciti non sono “i più seri crimini”. La pena di morte vige per i crimini finanziari, per “insulto al profeta dell’Islam”, per la libertà d’espressione, associazione e assemblea. Sistematiche violazioni e violenza contro le donne: devono avere il permesso del marito per andare all’università, per avere un lavoro, per viaggiare fuori dal paese, per fare qualche esempio.
L’Italia fa affari con loro.