Tutta la città è al fianco dei lavoratori del petrolchimico di Gela. Siamo stanchi delle false promesse o delle illusorie speranze che quotidianamente si presentano ai nostri occhi. Dal Governo pretendiamo delle risposte capaci di colmare quel vuoto che da anni ha messo in ginocchio l’economia non solo di Gela ma di tutto il territorio siciliano”.

Queste le parole di Franco Tilaro, segretario Ugl Gela, e di Andrea Alario, segretario provinciale Ugl Chimici, in piazza insieme a tutti i dirigenti sindacali dell’Ugl provinciale (dal comparto metalmeccanico al terziario).

Uno sciopero generale organizzato dal Consiglio comunale in difesa della raffineria dell’Eni. Cinquant’anni di industria, anche se ridimensionati dalla crisi, vengono messi in discussione dai ritardi della politica e dal mancato rilascio delle autorizzazioni ministeriali per la riconversione degli impianti che, abbandonato il petrolio per scelta strategica, dovrebbe portare alla produzione di bio-carburanti, grazie a un protocollo che prevede investimenti Eni in Sicilia, confermati ieri sera dall’azienda, per 2,2 miliardi di euro.

Assieme ai lavoratori dell’indotto e del diretto, che da otto giorni con le bandiere di Ugl, Cgil, Cisl e Uil presidiano le vie di accesso alla città, sfilano in corteo tutte le categorie produttive, gli studenti, i professionisti, i pensionati, i sindaci dei comuni del comprensorio e il clero gelese, schierati apertamente al fianco delle maestranze in lotta. Chiuse le attività commerciali e artigiane. La manifestazione si concluderà davanti al municipio, per sottolineare l’unità della città che “non vuole morire di disoccupazione e sottosviluppo” (fonte Ansa).

In considerazione dell’alto numero di posti a rischio nell’indotto del petrolchimico di Gela in particolare nel nostro settore anche l’Ugl Metalmeccanici ha deciso di partecipare alla grande mobilitazione cittadina”.
Ad annunciarlo ieri Antonio Spera, segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, che ha deciso di rispondere “non solo all’appello del segretario provinciale Ugl Metalmeccanici, Antonio Cacici, ma anche al grido di un’intera città, vista la partecipazione di tutte le categorie, costretta a pretendere dal governo siciliano e da quello nazionale il rispetto di accordi, senza i quali sono ad alto rischio la tenuta economica e sociale del territorio”.
La tensione e l’esasperazione in città sono molto alte – conclude Spera –, per questo intendiamo dare il nostro contributo affinché il clima si possa rasserenare ma in presenza di garanzie e certezze sul futuro del petrolchimico di Gela e di conseguenza dell’indotto”.

Lo sciopero di oggi è solo una tappa del percorso rivendicativo del territorio. Si attende la firma dell’accordo di programma e del piano industriale per Gela. Domani, a Roma, e’ prevista una riunione al Ministero del lavoro dove sono stati convocati il sindaco, Domenico Messinese, e il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta per definire misure straordinarie sull’uso degli ammortizzatori sociali.

Ieri sera, a Palermo, proprio con Crocetta i sindacati hanno concordato i provvedimenti da chiedere anche per quei 70 operai che da sette mesi non hanno più né lavoro né indennità di sostegno.

Siamo nella disperazione più totale – proseguono i sindacalisti – se non si concretizza l’accordi di programma sottoscritto con Eni rischiamo di essere coinvolti in un triste epilogo. La nostra economia è in ginocchio – proseguono – i negozi chiudono, i giovani sono costretti ad andare via. Stiamo scioperando proprio per questo motivo: per il futuro di Gela e dell’intera Sicilia”.