di Barbara Faccenda

I candidati che si sono confrontati sono Hillary Clinton, Bernie Sanders e Martin O’Malley. L’evento è stato uno dei più accesi dibattiti nel contesto dei democratici, i candidati si sono scontrati su tutto: dal sistema sanitario alle armi fino alla riforma di WallStrett.
I principali protagonisti sono stati Bernie Sanders e Hillary Clinton, con un O’Malley che durante la pubblicità si scontrava con la moderatrice per chiedere “tensec”.
Bernie Sanders è pressoché in testa nello New Hampshire, ma perde da quasi tutte le altre parti. Sanders – con una vigorosa operazione di raccolta fondi e con un diffuso appeal tra i sostenitori in età da college- rimane un significativo fattore nella compagine democratica, ma ha fatto poco per respingere l’impennata della Clinton all’inizio del 2016. Sander, famosamente allergico a prepararsi al dibattito e resistente nell’attaccare i suoi oppositori sulle questioni che non sono pertinenti al suo messaggio principale dell’iniquità dei guadagni, chiaramente ha capito l’atroce urgenza di stendere la Clinton. Il suo staff in modo ribelle si è rifiutato di scusarsi per aver impropriamente rumoreggiato su un file segreto dei voti della Clinton, anche se ha offerto un mea culpa indirizzato più ai suoi sostenitori.
La Clinton diverge da Obama a proposito dell’ISIS. In precedenti commenti, la Clinton, che era conosciuta come il più aggressivo dei membri del team di sicurezza nazionale di Obama, si è distanziata dalla strategia di Obama dopo gli attacchi di Parigi e di San Bernardino. Lei reitera l’invito per l’attuazione di una no – fly zone sulla Siria e suggerisce una risposta militare più robusta. Durante il dibattito la Clinton è molto più esplicita nel criticare Obama, dichiarando che la strategia non era contenere ma sconfiggere il terrorismo islamico. Se ricordate ai primi di dicembre Obama aveva dichiarato ad una televisione americana: “quello che è vero è che dall’inizio il nostro obiettivo è stato prima di contenere e noi li abbiamo contenuti”. Quella di Hillary non è stata una gaffe, forse più un passo falso in un dibattito dominato dalle questioni di sicurezza nazionale. Cerca poi di cavarsela asserendo che per quanto riguarda la politica sull’ISIS: “siamo dove dobbiamo essere”, e ancora: “abbiamo una strategia e un impegno per sconfiggere l’ISIS che è un pericolo per tutti e per la regione”, il problema è che circa tre quarti della popolazione americana sente il terrorismo come la principale preoccupazione e che critica sia i democratici che i repubblicani reputandoli centinaia di chilometri lontani dal ciò che la politica americana dovrebbe aver già fatto.
O’Malley sbraccia per avere un po’ di spazio nel dibattito. L’ex governatore del Maryland, Martin O’Malley, si è sentito marginalizzato e negato del tempo televisivo su argomenti importanti incluso le sue priorità sulla riforma di WallStrett e sulla riforma della giustizia penale. O’Malley ha cercato ripetutamente di inserirsi nel dibattito dominato da Sanders e dalla Clinton, spesso tentando ditrovare una posizione al di sopra dei loro confronti ma trovandosi poi inesorabilmente spazzato via dai suoi rivali. Riesce ad inserirsi per criticare la Clinton nella discussione su Wall Street, asserendo che lei stessa ha affermato che, in questo settore, non andrebbe più lontana dei suoi avversari democratici.
Scontro tra Sanders e Clinton sul controllo delle armi. La Clinton ha strigliato Sanders su quello che lei chiama: “la sua ripetuta opposizione a robuste misure per la sicurezza delle armi”. Da parte sua Sanders reitera il fatto che viene dal Vermont, uno stato fortemente pro – armi, e proprio questo lo aiuterà a costruire un ponte per colmare le divisioni politiche sulla questione (se vincesse).
L’accordo empatico tra la Clinton e Sanders si manifesta a proposito del vuoto di potere nel Medio Oriente che ha contribuito all’odierno caos, ma non è da incolpare l’amministrazione Obama, Ça va sans dire! Malgrado le sanguinose battaglie in Iraq e in Siria, entrambi i candidati democratici di punta hanno affermato senza battere ciglio che la politica estera del presidente è stata ampiamente astuta. In più, la Clinton afferma che il vuoto di potere è colpa dei leader della Siria e dell’Iraq che hanno sottovalutato le uccisioni settarie e la violenza che hanno permesso ai terroristi di esercitare una forte presa nei loro paesi.
Clinton e Putin. Alla domanda di valutare la sua relazione con il presidente russo Putin, la Clinton fa una pausa. Poi risponde sorridendo che la definisce“di rispetto”. Aggiunge che Putin è qualcuno con cui ci si deve continuamente alzare in piedi perché come molti bulli è qualcuno che prenderà da te tutto quello che potrà a meno che non lo faccia tu.
Un dibattito acceso tra due soli protagonisti sostanzialmente, che sicuramente si scontreranno a distanza ancora, criticando, ma non criticando, l’amministrazione Obama, soprattutto sulla politica estera. La battaglia per le elezioni americane è iniziata e nessuno si risparmierà nello sferrare colpi leciti e non.