di Barbara Faccenda

La prima cosa da chiedersi è perché lo chiamano “GOP debate”. La risposta è nel simbolo del partito repubblicano americano dal 1874: l’elefante che ricorda che GOP sta per “GrandOld Party”. Uncartonista politico leggendario: Thomas Nast, nel 1874 nell’Harper’sWeekly rappresentava i democratici come un somaro che cercavano di spaventare l’elefante repubblicano.

Il partito repubblicano, sul suo sito web ufficiale, puntualizza che il GrandOld Party, non è l’originale significato o almeno non il solo. Il comitato nazionale dei repubblicani dice che l’acronimo risale al 1875 ed in quel tempo significava: “GallantOld Party”. Nei primi giorni dell’automobile, ha raggiunto un altro tipo di popolarità, anche se effimera, “get out and push” (scendi e spingi) che era il trattamento di cui le prime macchine avevano bisogno. I fedeli sostenitori sia dei democratici che dei repubblicani avrebbero, per esempio, detto che “get out and push” è la propria attitudine quando si tratta di motivare i votatori.

Chi partecipa?

Carly Fiorina e Rand Pail non hanno raggiunto i requisiti di voto per il dibattito principale. Il dibattito in prima serata ha visto la partecipazione di Donald Trump, Ted Cruz, Ben Carson, Marco Rubio, Jeb Bush, John Kasich and Chris Christie.

Come si qualificano i candidati per i dibattiti?

I requisiti dei canditati sono centrati su voti nazionali e primarie di stato. I candidati di “prima serata” devono finire nei primi sei in una media di cinque recenti voti nazionali oppure nei primi cinque in una media di cinque recenti votazioni in Iowa e New Hampshire.

I momenti più salienti del dibattito.

Il primo dibattito repubblicano per la presidenza del 2016 (http://edition.cnn.com/specials/politics/cnn-gop-debate-night) può essere considerato di “riallineamento”. I candidati hanno avuto un po’ più di spazio dopo che Carly Fiorina e il senatore Rand Paul sono stati scartati in ragioni dei loro numeri di voto. Ted Cruz e Donald Trump hanno rotto il loro tentativo di allearsi quando Trump ha considerato se Cruz potesse legalmente servire come presidente. Marco Rubio e Trump hanno traballato sulla politica delle tasse e sull’immigrazione cercando l’uno di far cadere l’altro e viceversa.

Trump versus Cruz

Cruz china la testa alla prima domanda del dibattito sull’economia per parlare dei 10 marinai americani temporaneamente detenuti dall’Iran e poi lasciati andare. Notizia che il presidente Obama non aveva menzionato nel suo ultimo discorso sullo stato dell’Unione.

Cruz che non può più permettersi il lusso di ridere alle frecciatine di Trump dopoche la sua leadership in Iowa si è erosa nell’ultima settimana, ha raggiunto la scena pronto per combattere, energicamente,per controbattere soprattuttoalle domande di Trump se potrà assumere legalmente la presidenza perché nato in Canada.

Trump ha ammesso che solo recentemente ha iniziato a giocare la carta “origine” contro Cruz dal momento che il senatore del Texas ha iniziato a salire nelle votazioni.

I fuochi d’artificio tra i due sono iniziati molto tempo fa, dopo i mesi in cui Cruz era contento di giocare al pesce pilota con Trump il grande squalo bianco. Cruz che guida nello Iowa ha anche rimandato al mittente il rapporto del New York Times che ha fallito di divulgare propriamente un prestito da Goldman Sachs nella sua corsa al senato nel 2012.Cruz ha licenziato l’omissione asserendo che si tratta di un errore di documentazione.

Trump difende la sua proposta di bandire l’immigrazione temporaneamente ai musulmani come una questione di sicurezza nazionale da JebBush, il qualche gli chiede piuttosto educatamente di riconsiderare la faccenda. Trump invece alza il tono dicendo che bisogna smetterla con la correttezza politica e che bisogna creare un paese dove non ci sono i problemi che si sono avuti quando persone hanno pilotato aerei nel World Trade Center. La mossa di Trump di portare alla mente degli americani l’11 settembre è chiaramente un goal a porta vuota.

Rubio vuole un fucile nel caso che l’ISIS attacchi. StateoftheUnion_lametasociale

Nessuno dei repubblicani sulla scena era fan del richiamo di Obama ad ulteriori controlli sulle armi. Rubio va ben oltre asserendo che tenere le armi non è solo un diritto costituzionale ma una necessità per tenere al sicuro il paese dall’ISIS.Marco Rubio, abbandona il suo messaggio ispirato ed edificante che ha portato avanti per mesi e adotta un tono più scuro e molto sobrio: promettere di sconfiggere l’ISIS e offrire la più dura critica verbale alle probabili nomine democratiche. Quindi, secondo Rubio, Hillary Clinton è non è qualificata per essere il comandante in capo degli Stati Uniti perché qualcuno che mente alle famiglie delle quattro vittime di Benghazi non potrà mai essere il presidente degli Stati Uniti.

Rubio che ha avuto delle fantastiche performance nei dibattiti l’anno scorso, rimane senza fiato per molto del dibattito, cercando ad un certo punto di distogliere le luci via dal duello Trump – Cruz asserendo: “odio interrompere un episodio di un giorno in pretura”. Rubio, per poter chiudere ad impatto, aspetta fino ai momenti finali del dibattito per coinvolgere Cruz in una discussione sulle loro posizioni antitetiche sull’IVA e poi sui cambiamenti di posizione del senatore del Texas sull’immigrazione, sul TTP e persino sulla circostanza per cuiSnowdensia da ritenere un eroe o meno.

Rubio e Christie, entrambi in battaglia per la posizione in pista della classe dirigente nello New Hampshire, non si sono risparmiati certo i colpi: il passato di Christie in supporto alla PlannedParenthood e Christie che asserisce che Rubio non ha la necessaria esperienza esecutiva per essere presidente.

E questo è solo l’inizio.