di Caterina Mangia

“L’Italia, un ponte nel Mediterraneo”: questo il titolo della nona e ultima tappa a Tunisi del ciclo di convegni Sudact, che si è tenuta il 13 novembre.
L’Ugl ha scelto di chiudere la serie di incontri sul Mezzogiorno nella città africana perché, come ha spiegato il segretario generale dell Ugl, Francesco Paolo Capone, “lo sviluppo dell’Italia e in special modo del Mezzogiorno è strettamente interconnesso a quello dei Paesi del Sud del mondo, in particolare dei territori che si affacciano sul Mediterraneo, con cui da sempre avvengono interscambi culturali, commerciali e di carattere migratorio”.

Intervento di Francesco Paolo Capone al Sudact di Tunisi

Intervento di Francesco Paolo Capone al Sudact di Tunisi

Per Capone, “il tema dell’immigrazione è di stringente attualità perché ai rifugiati economici e a quelli politici, che – lo sosteniamo con forza -, hanno pari diritti, si stanno aggiungendo persone che migrano a causa di disastri climatici, e non sono protette da alcuna normativa. In questo senso, l’auspicio è che la conferenza sul clima che si terrà a breve a Parigi produca risultati importanti”.
La tappa tunisina del Sudact si è tenuta nelle ore immediatamente successive alla chiusura del vertice Ue-Africa sull’immigrazione alla Valletta, che ha rappresentato un’importante occasione, ma non ha dato i risultati sperati: la cosiddetta “montagna che partorisce un topolino”.
“Dal summit – ha spiegato Capone – è emersa l’insostenibile lentezza dell’Ue nel ricollocamento dei profughi, nonostante l’impegno dimostrato dall’Italia. Possiamo inoltre definire ‘briciole’ lo stanziamento di 81 milioni di euro da parte degli Stati membri per il Trust Fund finalizzato all’eradicamento delle cause dell’emigrazione nel continente africano e in Siria”.
“Per quanto riguarda le politiche nazionali sul tema – prosegue – l’Ugl ritiene che sia un primo passo, anche se ancora insufficiente, l’incremento del 40 per cento nel 2016 dei fondi destinati alla cooperazione internazionale, specie verso l’Africa, previsto dalla Legge di Stabilità”.

L'Ambasciatore d'Italia a Tunisi, Raimondo De Cardona

L’Ambasciatore d’Italia a Tunisi, Raimondo De Cardona

Il convegno, moderato dal Presidente Iper-Ugl, Stefano Cetica, si è aperto con i saluti dell’Ambasciatore d’Italia a Tunisi, Raimondo De Cardona, che ha sottolineato come gli scambi con la Tunisia possano rappresentare “una grande opportunità per l’Italia e per il Mezzogiorno”. Al contempo, De Cardona ha ritenuto un gesto esemplare il fatto che l’Ugl abbia deciso di tenere il convegno a Tunisi, e ha auspicato che si rimettano in moto “i flussi turistici dall’Europa, che hanno subito un brusco calo”. “Sarebbe estremamente utile – ha aggiunto in chiusura – che l’Ugl avviasse un dialogo con il sindacato tunisino UGTT, con il quale potrebbe scambiare esperienze e proposte”.
In apertura dei lavori, un emozionante contributo di Aldo Morrone, Presidente dell’Istituto ematologico del Mediterraneo (IME), un uomo impegnato in preziose e importanti opere umanitarie nelle aree circostanti il ‘Mare Nostrum’: “le vere frontiere non sono quelle tra Stati ma quelle che separano ricchi e poveri, forti e deboli”, ha spiegato, aggiungendo che “una cooperazione degna di questo nome deve tendere al raggiungimento di una vita dignitosa per tutti e di pari opportunità che siano reali. In questo senso, va ricordato che il vero potere per le giovani generazioni che vivono nelle aree svantaggiate è nella formazione e nella conoscenza”.
“Serve un impegno concreto – ha aggiunto – affinché il Mediterraneo non si trasformi in un cimitero, anche perché il futuro è al Sud, anche sotto il profilo delle tendenze demografiche: il‘Mare Nostrum’ può rappresentare la nostra salvezza”.
E’ stata poi la volta dell’On. Renata Polverini (FI), Vice Presidente Commissione Lavoro Camera dei Deputati e componente Intergruppo Parlamentare Immigrazione, secondo cui “si deve parlare sempre di più, e sempre più spesso, delle tematiche legate alle migrazioni, migliorando le nostre modalità di accoglienza, ma soprattutto mettendo in campo tutti gli strumenti possibili per fare in modo che nessuno sia costretto ad emigrare dal proprio Paese”. Polverini ha auspicato che il convegno rappresentasse “l’inizio di un percorso di progressivo avvicinamento e collaborazione virtuosa tra il popolo italiano e quello tunisino”.
Successivamente ha preso la parola l’On. Imen Ben Mohamed, Deputata Ennahda, che ha sottolineato come “la Tunisia, nonostante il momento difficile che sta attraversando, sta tentando di fornire un esempio e una speranza al Mediterraneo, e soprattutto ai Paesi che attraversano una fase difficile di transizione alla democrazia”, e ha ricordato “il sostegno ricevuto dall’Italia al nostro Paese”.
L’On. Mohamed Ben Souf, Deputato Nida Tounes, ha rimarcato che “per vivere un presente e un futuro migliori, si deve combattere la povertà e l’emarginazione con una forte e solidale collaborazione tra Paesi, e puntare sulla formazione e l’occupazione giovanile, veri deterrenti per il terrorismo”.
Per Patrizia Conte Del Ninno, Presidente Ciscos-Ugl, “la parola cooperazione deve far rima con informazione e formazione”, mentre il Presidente Foto sala Sudact Tunisi 2del Sei-Ugl, Luciano Lagamba, ha chiesto un minuto di silenzio per tutti i migranti che hanno perso la vita in mare, e ha poi spiegato che “la cosiddetta Primavera araba ha alimentato aspettative che non sempre hanno trovato un riscontro positivo”. “A fronte di tensioni e contrasti molto forti – ha aggiunto -, l’Unione europea deve giocare un ruolo decisivo in un quadro di stabilizzazione dei rapporti diplomatici, puntando sugli strumenti di cooperazione rafforzata già oggi esistenti; ciò al momento non è avvenuto o, se è avvenuto, è stato in forma disarticolata e debole”.
Nel corso del suo intervento Lorena Lando, rappresentante a Tunisi dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, ha invece ribadito che “la protezione e la tutela migranti devono restare priorità”.Infine Mourad-Fradi, Presidente Camera di Commercio e Industria Italo-Tunisina, secondo cui “serve sinergia sull’immigrazione per il rilancio del commercio e dell’economia, anche perché si prevede che nei prossimi dieci anni la crescita più importante avverà in Africa”.