di Caterina Mangia

Il Mezzogiorno, un territorio paradossale: il bisogno di risorse per creare lavoro e investire sull’industria, il turismo, il Welfare e le infrastrutture è impellente, ma al tempo stesso non si coglie con la dovuta efficienza un’opportunità straordinaria proveniente dall’Europa, quella dell’utilizzo dei fondi Ue, che vengono dispersi o mal gestiti.
Un dato su tutti: in base all’ultimo monitoraggio, che risale allo scorso 31 maggio, restano da certificare 12 dei 46,5 miliardi di euro previsti dal programma 2007-2013, nove dei quali destinati al Sud. Se non si presenteranno progetti adeguati, queste risorse torneranno nelle casse dell’Ue, rappresentando un’ulteriore “occasione mancata” per colmare la distanza che separa il Meridione dal Nord Italia e dal resto del Vecchio Continente.
Questo il tema al centro della terza tappa del ciclo di convegni organizzato dall’Ugl “Sudact-Nove proposte per il Mezzogiorno”, dal titolo “Fondi Europei, lo sviluppo negato”, che si è tenuta il 2 ottobre presso la Sala A. Terrasi della Camera di Commercio di Palermo.Foto per articolo su Sudact Palermo
“In assenza di politiche adeguate – ha spiegato il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone -, la nostra Organizzazione ha deciso di assumere un ruolo attivo e propositivo, fornendo un contributo allo sviluppo del partenariato e all’individuazione di linee guida comuni”.
Infatti, per Capone “il settennio di programmazione dei fondi comunitari per il 2014-2020 potrebbe rappresentare l’‘ultima chiamata’ per dare soluzione alle numerose questioni meridionali ancora aperte, e non possiamo permetterci di perdere altre opportunità”.
Ad aprire i lavori del dibattito, moderato dal direttore responsabile dell’Agenzia Stampa Italpress, Gaspare Borsellino, i saluti di Giovanni Condorelli, segretario confederale dell’Ugl con delega al Mezzogiorno, che ha ricordato come il Sud sia da tempo “il grande assente dell’agenda di governo”, e di Giuseppe Messina, segretario dell’Ugl Sicilia e dell’Utl Palermo, secondo cui “le opportunità che provengono dall’Europa rappresentano l’ultima speranza per rilanciare le sorti produttive del territorio”.
E’ stata poi la volta dell’Assessore all’Assistenza e Servizi Sociali, Sanità e Ufficio Casa al Comune di Aprilia, Eva Torselli, che ha fornito esempi di best practice nella gestione dei fondi: “le risorse sono state utilizzate per la ristrutturazione di un edificio comunale, per realizzare piste ciclabili, per la ristrutturazione di un capannone e per interventi di natura sociale come i voucher per l’infanzia e la disabilità”.
La deputata di Forza Italia e vice presidente della Commissione Lavoro Renata Polverini ha confermato che un corretto utilizzo dei fondi dell’Ue è possibile: “quando sono arrivata al governo della Regione ho percepito che anche nel Lazio avevamo una straordinaria opportunità da non perdere. Soltanto noi nel 2010 abbiamo utilizzato il patto regionalizzato, mettendo in campo una sorta di ‘vaso comunicante’ che ha permesso ai Comuni che non potevano utilizzare i fondi di metterli a disposizione di altri Comuni. L’esperienza ha funzionato talmente bene da diventare norma nazionale nel 2011 con il governo Berlusconi”.
L’Onorevole Claudia Mannino, componente dell’Ufficio di Presidenza della Camera per il Movimento 5 stelle, ha sottolineato invece la necessità di “sedersi insieme a un tavolo, al di là dei colori politici, per trovare la ricetta giusta per il rilancio della Sicilia e del Mezzogiorno”.
La ricetta per il rilancio di Mariella Lo Bello, vice presidente della Regione Sicilia, passa invece per la valorizzazione del territorio, “vero patrimonio su cui puntare”, mentre Vincenzo Figuccia, vice presidente del Gruppo Parlamentare FI all’Ars, ha sottolineato l’importanza del cofinanziamento dei fondi europei: “servono progetti elaborati in termini di sviluppo, con capitoli di bilancio che parlino di entrate, mondo produttivo, impresa e lavoro”.
La proposta di Giuseppe Scorciapino, del dipartimento Programmazione della Regione Sicilia, è rivolta ai sindacati: “le organizzazioni dovrebbero diventare parti attive nel processo di attuazione dei fondi”, mentre Gianni Silvia, dell’Autorità di gestione del Fse della Regione Sicilia, sottolinea che “per pensare al rilancio si devono eliminare gli sprechi”.
L’intervento dell’Onorevole Nello Musumeci, Presidente della Commissione Regionale Antimafia, si è incentrato su un concetto importante: “non conta soltanto la quantità, ma anche la qualità dell’utilizzo dei Fondi Europei”, mentre Maria Rosaria Pugliese, dirigente Confederale Ugl e responsabile Fondi Strutturali, ha sottolineato che “il problema non consiste tanto nell’inefficacia della programmazione, quanto nella sua lentezza di attuazione”.
Dall’intenso dibattito e dalla numerose proposte che sono state elaborate è emerso  un documento conclusivo stilato dall’Ugl, che contiene una precisa richiesta, ovvero che le “ingenti somme provenienti dall’Unione europea non siano più considerate come una risorsa a corto raggio, ma che si trasformino in uno strumento al servizio di un progetto lungimirante e strutturato di crescita e sviluppo, anche attraverso criteri di valutazione dei progetti imperniati su obiettivi concreti di politica sociale”.