Il San Valentino dell’Ugl per sensibilizzare su un valore fondamentale, quello di #lavorarepervivere

di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Siamo abituati alle notizie sugli infortuni sul lavoro come dati statistici o al massimo come trafiletti in cronaca, con maggiori approfondimenti solo in caso di incidenti che riguardino un numero particolarmente alto e quindi più impressionante di lavoratori. Eppure quello delle morti bianche è uno stillicidio che significa, ogni anno, tragedia e lutto per migliaia di famiglie italiane, ancora troppo poco sentito nella percezione collettiva, nonostante l’impegno del sindacato, ed in particolare del nostro, nel far comprendere la gravità della situazione. Per questo il nostro San Valentino oggi è dedicato a questo tema, nell’ambito dell’impegno costante dell’Ugl sulla questione salute e sicurezza sul lavoro. In attesa dei dati definitivi sul 2023 che arriveranno a breve con la Relazione annuale Inail, sappiamo che le denunce di infortunio presentate all’Istituto l’anno scorso sono state 585.356, in calo rispetto all’anno precedente per effetto della minore incidenza dei casi di Covid-19. Sappiamo anche, sempre dall’Inail, che i casi mortali sono stati 1.041, anche stavolta in diminuzione rispetto all’anno precedente, quando erano stati 1090, ma, comunque, ancora moltissimi. Ad aumentare, invece, sono le denunce da malattia professionale, passate dalle 60.774 del 2022 alle 72.754 del 2023. Questi i dati ufficiali, mentre le cronache già hanno testimoniato altri casi di incidenti e di casi mortali. Hanno molto colpito alcuni incidenti fatali con protagonisti lavoratori anziani, oltre i sessant’anni di età, come il caso di Parma, avvenuto il 9 febbraio, quando un operaio di 67 anni del settore logistico è stato travolto da un camion in manovra nel cortile dell’impresa nella quale stava lavorando. Particolarmente a rischio sono, infatti, i più anziani, a causa degli effetti dell’età sul fisico e sulla capacità di concentrazione, o anche i più giovani, per inesperienza, anche dovuta ai continui cambiamenti in caso di lavori precari, o perché disposti ad accettare mansioni pericolose per garantirsi il posto di lavoro. Per affrontare questa situazione, occorrono controlli più diffusi ed un coordinamento serrato fra le banche dati e gli organi di vigilanza, programmi di formazione all’interno delle aziende, soprattutto dove si svolgono mansioni rischiose, e in generale una maggiore cultura della sicurezza anche con una materia specifica nei programmi scolastici, perché gli studenti di oggi saranno i lavoratori ed i datori di lavoro di domani, per garantire una maggiore conoscenza ed un più diffuso rispetto delle norme.

Più risorse

L’Inail per l’anno in corso, dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2024 dello scorso dicembre, ha raddoppiato i propri investimenti, arrivati a 1,5 miliardi di euro, da allocare sia in misure di sicurezza che in formazione, mentre il bando ISI ha ora un budget strutturale di oltre 500 milioni di euro. L’auspicio è che questi investimenti possano produrre effetti concreti contribuendo a ridurre, in questo 2024 appena iniziato, in modo significativo, il numero di lavoratori infortunati e di vittime del lavoro.