C.M.

 

C’era da aspettarselo e ci si aspettava: sui migranti l’Europa se ne “lava le mani”.
La riunione informale dei ministri dell’Interno a Tallin è stata un susseguirsi di “no” alla proposta italiana di condividere con altri Stati il recupero dei migranti nel Mediterraneo.
“Non credo che il Belgio aprirà i suoi porti”, ha tagliato corto il ministro per l’Asilo e politica migratoria belga Theo Francken arrivando all’incontro e dando il via alla sequela di “no”.
“Noi non sosteniamo una cosiddetta regionalizzazione delle azioni di salvataggio dei governi (europei)”, ha detto il ministro degli Interni tedesco Thomas de Maizière, aggiungendo genericamente che la Germania vuole aiutare l’Italia “a ridurre il numero di migranti che arrivano o vogliono arrivare in Europa, ma che non hanno diritto allo status di rifugiato”.
“Aprire più porti europei ai migranti soccorsi “non risolverà il problema”, perché
“bisogna pensare al ruolo che i porti africani potrebbero avere”, come quelli “di Tunisia ed Egitto ad esempio”, è la posizione del ministro per la Sicurezza e Giustizia olandese Stef Blok.
“I nostri porti della Spagna sono sottoposti ad una pressione importante nel Mediterraneo occidentale, aumentata del 140 per cento, che impone anche a noi un grosso sforzo per i salvataggi in mare”, ha lamentato il ministro dell’Interno spagnolo Juan Ignacio Zoido.
A completare tutto, l’affermazione del ministro degli Esteri estone, Sven Mikser, in un’intervista all’Ansa: sulla questione migranti “non è possibile forzare nessuno, la solidarietà deve venire da dentro”.
La proposta italiana per coinvolgere l’Europa sulla questione migranti è stata dunque l’ennesimo buco nell’acqua. E mentre continuiamo a collezionare “no”, l’emergenza si acuisce, come dimostrano i dati diffusi oggi dal Viminale: dall’inizio del 2017 i migranti sbarcati sulle coste italiane sono 85.042, in aumento del 19, 44 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016.
Eppure, il ministro degli Interni Marco Minniti ha ostentato soddisfazione dopo l’incontro: “le questioni poste dall’Italia hanno avuto rilievo. La riunione è iniziata con una mia relazione e si è prolungata per molto tempo senza neppure la
pausa caffé, di solito prevista. Stiamo lavorando. Il lavoro è abbastanza impegnativo e complesso, e tuttavia bisogna seguire le questioni passo per passo”
Il capo del Viminale ha reso noto che c’è stato accordo sulla necessità di “mettere in campo una politica europea per i rimpatri dei migranti, una questione cruciale, che in questo caso sarà sostenuta da una politica comune dei visti. I Paesi che non accetteranno i rimpatri avranno restrizioni sui visti da parte dei singoli Paesi europei”.
Infine il commento sulla questione dell’apertura di altri porti dei Paesi Ue ai migranti: “Noi abbiamo mandato una lettera alla sede formale competente, Frontex, e in quella sede discuteremo di questo la prossima settimana. L’Italia ha un suo punto di vista, altri Paesi hanno un loro punto di vista, come è giusto. Discuteremo, legittimamente e anche con la necessaria fermezza”.
Staremo a vedere.