di Antonella Marano

 

 

La Commissione Lavoro della Camera ha iniziato oggi le audizioni sul tema della governance dell’Inps e dell’Inail puntando i riflettori sulle proposte di legge avanzate dagli onorevoli Damiano, Baldassarre e Placido.

La discussione dell’argomento ha visto nel pomeriggio confrontarsi sul tema i rappresentanti sindacali.

“Da questo primo confronto  – ha precisato Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera  – e’ unanimemente emersa la volontà di superare la situazione ‘dell’uomo solo al comando’ che, ormai, dura dal lontano 2010”. L’obiettivo della Commissione e’ quello di concludere l’iter parlamentare prima della fine della legislatura” .

E’ questa la sintesi dell’incontro di oggi che ha visto tra i protagonisti anche l’Unione Generale del Lavoro.

Per l’Ugl  “la complessità delle dimensioni e delle funzioni oggi attribuite all’Inps, soprattutto dopo le incorporazioni con gli altri Enti previdenziali, richiedono un’urgente e stabile modifica del sistema di governance dell’Istituto, in quanto non è più concepibile che la gestione sia affidata alla direzione di un uomo solo come presidente, assistito dal solo direttore generale, senza una reale capacità di incidere da parte della rappresentanza economica e sociale”.

Sulla stessa linea anche gli altri rappresentati sindacali. Per la Cgil e la Uil si tratta di una riforma “non più rinviabile. Sono ormai nove anni che questi importanti istituti sono gestiti da un uomo solo al comando”.

Nel complesso, l’articolazione della struttura della governance degli Enti pubblici di previdenza ed assistenza è condivisibile, così come è apprezzabile l’indicazione che ogni Istituto debba dotarsi di un organismo indipendente di valutazione. La questione vera, però, si gioca in ordine alla reale capacità di incidere del consiglio di strategia e vigilanza.

Il nuovo organismo che andrà a sostituire il consiglio di indirizzo e vigilanza – ha voluto precisare l’Ugl in audizione  – dovrebbe avere un potere più incisivo, tale da assicurare la piena esigibilità delle proprie deliberazioni in merito all’operato del consiglio di amministrazione. Viceversa, le proposte di legge si limitano a reiterare lo strumento già presente della trasmissione del dissenso al Ministro del lavoro e delle politiche sociali”.

Sempre per quanto riguarda il consiglio di strategia e è ipotizzabile una razionalizzazione ma non è certo condivisibile il dimezzamento dei componenti; i lavoratori e i datori di lavoro, i quali versano i contributi che alimentano l’intero sistema, sono i primi azionisti dell’Istituto. Da scongiurare il rischio di ridurre gli spazi di confronto democratico.

Sarebbe, quindi, utile una riformulazione del testo delle proposte di legge con la previsione che, in caso di dissenso o di contrarietà ad atti del consiglio di amministrazione, in particolare alla bocciatura del bilancio o all’emanazione di regolamenti, il tutto sia formalizzato con osservazioni, alle quali il consiglio di amministrazione sia tenuto a rispondere in tempi ridotti.