di Antonella Marano

“Crescono i posti di lavoro, disoccupazione al minimo. Premiate le scelte di questi anni. Fiducia nell’Italia e impegno che continua”. Il premier Gentiloni ‘cinguetta’ così sul suo profilo twitter. Ma l’ottimismo del Governo non corrisponde a realtà. Sarebbe il caso di chiederlo ai tanti giovani del nostro Paese che o accettano lavori e contratti precari o preferiscono formarsi o stabilizzarsi all’estero. Sarebbe il caso di chiederlo anche agli over 50 che vivono nel limbo di una costante incertezza e instabilità economica perché si sono ritrovati senza lavoro o perché non hanno mai avuto la ‘fortuna’ di trovare un posto ‘fisso’. Chiedetelo alle tante famiglie italiane se la ripresa, al momento, resta solo un miraggio.
Con una disoccupazione giovanile ben al di sopra della media europea, la terza più alta dopo Grecia e Spagna, e la ripetuta compensazione fra disoccupati e inattivi, il nostro Paese non può aspirare ad alcuna ripresa. Il mercato del lavoro resta un pantano, sia per i giovani che per i lavoratori e disoccupati maturi.
In occasione delle celebrazioni per il Primo Maggio l’Ugl aveva presentato una ricerca che conferma questo quadro drammatico: 5 milioni di giovani fra disoccupati e scoraggiati, e solo 40 su 100, dai 15 ai 34 anni, con un lavoro”.
E’ chiaro che l’unica soluzione è la realizzazione di un piano di sviluppo industriale che promuova le produzioni e quindi porti alla creazione di nuova occupazione, superando gli effetti negativi del Jobs Act, del quale va rivisto in toto l’impianto. Sarebbe necessario lo sblocco del turn over negli enti locali, nel comparto Sanità e soprattutto in quello Sicurezza; servono incentivi per assumere i più giovani con contratti stabili e regolarmente retribuiti, superando i limiti evidenti di Garanzia Giovani.
Ecco, sarebbe il caso di pensare a tutto questo, prima di gioire di fronte a dei ‘freddi’ dati.

I DATI ODIERNI DELL’ISTAT
Secondo l’Istat ad aprile il dato relativo ai senza lavoro scende all’11,1 per cento, con un calo di 0,4 punti percentuali su mese e di 0,6 punti su anno, toccando il minimo da settembre 2012. Tra i giovani, il tasso di disoccupazione si conferma al 34%.

Il mese scorso, quindi – secondo quanto affermato dall’Istat – il mercato del lavoro italiano ha visto una crescita degli occupati di 94mila persone. +0,4% rispetto a marzo per un tasso del 57,9% e ai massimi dal 2009. Ma gli statistici sottolineano un fenomeno che ha caratterizzato la ripresa del lavoro nel Belpaese negli ultimi tempi: l’aumento degli occupati – “che si rileva sia per le donne sia soprattutto per gli uomini, interessa le persone ultracinquantenni e in misura minore i 25-34enni, mentre si registra un calo nelle restanti classi di età”. A ‘sporcare’ il buon dato sulla diminuzione di disoccupati c’è la leggera crescita degli inattivi, ovvero coloro che non hanno occupazione né la cercano: sono saliti dello 0,2%, +24 mila persone, soprattutto nella fascia tra 15-24 e 35-49 anni.

La differente marcia del lavoro a seconda delle fasce di età è evidente anche su base annua: rispetto all’aprile del 2016 gli occupati sono saliti di 277mila, grazie alla spinta dei dipendenti (+380 mila, di cui +225 mila a termine e +155 mila permanenti), mentre calano gli indipendenti (-103 mila). Avverte l’Istat: “La crescita è particolarmente accentuata tra gli ultracinquantenni (+362 mila) e più contenuta tra i 15-34enni (+37 mila), mentre calano i 35-49enni (-122 mila)”. Sempre su base annua diminuiscono i disoccupati (-4,8%, pari a -146 mila) e gli inattivi (-1,4%, pari a -196 mila)”. Nuovo record in Germania: disoccupati al 5,7%