Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera definitivo alla riforma del pubblico impiego. Una ‘riforma delle penalizzazioni’ che sfrutta i casi mediatici di assenteismo per inasprire sanzioni e controlli. Tra le novità, infatti, il codice dei licenziamenti, le ‘pagelle’ del personale, la creazione del polo unico Inps per le visite fiscali, ma restano allo stadio delle promesse i rinnovi contrattuali e lo sblocco del turn over. Il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, dichiara che ora “abbiamo le carte in regola”: “i due decreti approvati mi consentiranno di dare la direttiva all’Aran e riaprire una normale stagione contrattuale”, sottolinea. Ma, di fatto, non ci sono ancora certezze sui tempi e, soprattutto, sulle risorse, visto che quelle stanziate sono cifre ‘da contentino’.

Le principali misure del nuovo Statuto del pubblico impiego (Rielaborazione da schede Ansa e la Repubblica):

STRETTA SU ASSENTEISMO, VISITE FISCALI A INPS. Saranno messi tetti ai fondi per premi laddove risultino tassi di assenteismo anomalo, concentrato a ridosso del fine settimana o in date da ‘bollino rosso’. Grazie a un sistema informatico gli accertamenti condotti dai medici Inps sulle malattie saranno mirati. Decreti attuativi garantiranno un’armonizzazione delle fasce orarie di reperibilità. Vista la portata delle novità e in attesa delle misure applicative ci sarà un periodo transitorio fino a settembre.

ASSUNZIONI PRECARI E NUOVO ITER LICENZIAMENTO. Cambiano le regole per entrare e uscire dagli uffici pubblici. Si passerà da un’impostazione rigida delle assunzioni a un modello che guarda alle esigenze concrete. Viene tracciata una road map per assorbire coloro che entro il 2018 abbiano maturato tre anni di servizio. Resta in sospeso la situazione degli idonei dei concorsi pubblici, che sono in attesa da anni di essere assunti. Il rischio è inoltre che il governo utilizzerà la stabilizzazione dei precari per giustificare la mancanza di posti liberi disponibili e non bandire ulteriori concorsi pubblici, scatenando una ‘guerra fra poveri’.
Quanto al procedimento per il licenziamento, il codice disciplinare amplia le casistiche di licenziamento da sei a dieci. Accanto alle timbrature false, alle assenze ingiustificate e alle false dichiarazioni per ottenere posti e promozioni, le nuove regole impongono il ‘cartellino rosso’ anche per chi viola in modo grave e reiterato i codici di comportamento oppure per scarso rendimento. E incassa “costanti valutazioni negative”.

PAGELLE PER IL PERSONALE, PIU’ FLESSIBILITA’ SU PREMI. Il personale sarà valutato sulla base di ‘pagelle’ che potranno portare anche al licenziamento se il lavoratore sarà ‘bocciato’ per tre anni di fila. Abolite definitivamente le tre fasce fissate dalla legge Brunetta, ma mai applicate. I nuovi criteri prevedono la “valutazione della performance” dell’intero ufficio, quindi non individuale, in termini di servizi resi. Spetterà alla contrattazione decentrata declinarla, fissando parametri e obiettivi.