Occupazione sì, ma solo precaria. Il Jobs Act non ha avuto l’effetto sperato ed è l’Inps oggi a certificarlo, registrando un crollo delle assunzioni a tempo indeterminato, con un aumento invece dei nuovi contratti a termine. Nel primo trimestre del 2017 i nuovi posti `fissi´ sono ammontati a 17.537 decisamente in calo rispetto ai 41.731 dello stesso periodo del 2016, con un decremento del 58%.
I nuovi rapporti di lavoro, nel I trimestre, che riguardano assunzioni a tempo indeterminato sono stati 310.004 in calo del 7,6% rispetto a quello del 2016 (335.664). Giù anche le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine: -3,1%. Sono stati infatti 68 mila nel I trimestre, contro i 70.147 del 2016.
Le trasformazioni di contratti da tempo determinato a indeterminato, incluse le prosecuzioni a tempo indeterminato degli apprendisti, sono risultate 89.000, con una riduzione del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2016.
Dall’altra parte continuano a salire le cessazioni dei rapporti di lavoro anche nei primi tre mesi del 2017. Nel complesso infatti i fine rapporto sono ammontati a 1.117.000, in aumento rispetto all’anno precedente del 6,6%. E continuano ad aumentare i licenziamenti di lavoratori a tempo determinato: tra gennaio e marzo infatti ne sono stati licenziati 143 mila, in aumento del 2,9% rispetto al dato di gennaio-marzo 2016. Di questi il 14,6% in più rispetto al trimestre 2016 (18.349 contro 16.004) sono stati licenziamenti disciplinari e il 158% in più (15.078 lavoratori contro i 5mila del 2016) per esodo incentivato o cambio di appalto nel settore edile.
E le domande di disoccupazione? A marzo crescono su base annuale: nel mese sono state presentate 15 domande di Aspi, 4 domande di mini Aspi e 109.823 domande di Naspi. Nello stesso mese sono state inoltrate 353 domande di disoccupazione e 1.139 domande di mobilità, per un totale di 111.334 domande, il +12% rispetto al mese di marzo 2016 (99.435 domande).