Sono 18.029.590 le pensioni vigenti all’inizio del 2017. Di queste il 63,1% ha un importo inferiore a 750 euro e questa percentuale per le donne raggiunge il 76,5%.
Sono i dati diffusi dall’Inps nell’ultimo osservatorio sulle pensioni, che non include però le gestioni dipendenti pubblici ed ex Enpal che ricorda come l’incidenza di assegni bassi, si ricorda, non può essere automaticamente letto come una misura di povertà, visto che molti pensionati sono titolari di più prestazioni pensionistiche o comunque di altri redditi.
L’importo complessivo annuo risulta pari a 197,4 miliardi di euro di cui 176,8 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali. Degli oltre 18 milioni di pensioni vigenti, 14.114.464 sono di natura previdenziale, derivanti cioè da un effettivo versamento di contributi, mentre la differenza è costituita dalle prestazioni di natura assistenziale, vale a dire invalidità civile, pensioni sociali e assegni sociali, erogate a chi si trova in una situazione di invalidità o di basso reddito.
Nel 2016 sono state liquidate 1.048.096 pensioni, delle quali oltre la metà sono di natura assistenziale, per un importo totale pari a 9,4 miliardi di euro.  Negli ultimi cinque anni il numero delle pensioni è diminuito nel complesso del 2,7%.  In particolare, a partire dal 2013 si assiste “ad una inversione di tendenza”: mentre da gennaio 2004 a gennaio 2012 il numero delle pensioni è aumentato mediamente dello 0,7% annuo per un complessivo 6,1%, negli ultimi cinque anni è iniziato a decrescere mediamente dello 0,6% annuo, con un calo complessivo del 2,7%.
Guardano alle differenze di genere, l’Inps sottolinea che gli uomini riscuotono circa il 77,9% delle pensioni di anzianità/anticipate, il 35,1% di quelle di vecchiaia (legate cioè alla sola età anagrafica), il 49,9% delle prestazioni di invalidità e il 12% di quelle ai superstiti. L’età media dei pensionati è di 73,7 anni, con una differenza tra i due generi di 4,6 anni (75,7 anni per le donne e 71,1 anni per gli uomini). Il 21,8% delle pensioni di vecchiaia è erogato a persone di età compresa tra 65 e 69 anni, fascia che rappresenta la maggiore concentrazione; seguono la fascia 70-74, con il 21,4%, quella 75-79 con il 20,4% e quella 80-84 con il 14,7%.
A livello territoriale la maggior parte delle pensioni, il 48%, è percepito nelle regioni dell’Italia settentrionale, il 19,2% al Centro e il 30,6% in Italia meridionale e Isole: il restante 2,2% è erogato a soggetti residenti all’estero. Al Nord si ha una maggiore concentrazione delle categorie vecchiaia e superstiti, seguito da Centro e Mezzogiorno, mentre l’ordine si inverte per le pensioni della categoria invalidità previdenziale e per le prestazioni assistenziali.